Il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese è intervenuta a Cernobbio (Como) nell’ultima giornata della 47° edizione del Forum The European House – Ambrosetti, la manifestazione internazionale su economia globale e società. “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” è la denominazione dell’evento che dal 1975 ospita i contributi di relatori provenienti da tutto il mondo e appartenenti al mondo politico, accademico, istituzionale e imprenditoriale. La titolare del Viminale nel suo intervento ha tracciato un quadro completo delle attuali priorità in materia di sicurezza nel Paese e delle principali sfide che lo attendono. Un tema, ha subito precisato, «che chiama in causa anche il rapporto tra la sicurezza e l’esperienza della pandemia, evocandolo sotto vari profili, non ultimo quello legato all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».
Tra le priorità svelate dalla crisi pandemica, il ministro ha citato quella della maggiore sicurezza del web dove si manifestano aggressività inquietanti accompagnate dall’oscurità della minaccia. Un’esigenza confermata dalle rilevazioni dei primi sette mesi del 2021 che evidenziano un sensibile incremento delle truffe e delle frodi informatiche e che deve accompagnarsi necessariamente ad una crescita nel campo del digitale su tutto il territorio. A sostegno della direzione intrapresa, ha ricordato la recente istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e il ruolo essenziale giocato dal ministero dell’Interno, e l’istituenda direzione centrale presso il dipartimento della Pubblica Sicurezza per la prevenzione e la tutela informatica e cibernetica.
Un passaggio significativo lo ha rivolto alle risorse – quasi 12 miliardi di euro – che il PNRR destinerà al finanziamento di progetti di “rigenerazione urbana” presentati dai Comuni e che il ministero dell’Interno valuterà e ammetterà alla ripartizione. Interventi – spiega il ministro – finalizzati a «migliorare e valorizzare i contesti urbani, specie quelli periferici e marginali, soprattutto sul piano della loro vivibilità e della qualità della vita cittadina, creando in tal modo i presupposti di una più stabile sicurezza e di una migliore convivenza e tolleranza». Risorse, rispetto alle quali, si vigilerà con la dovuta attenzione grazie a una «legislazione d’avanguardia che abbina alla severa risposta penale quella di prevenzione, giurisdizionale e amministrativa, affidata quest’ultima da diversi anni alla rete delle prefetture anche per il monitoraggio dei grandi investimenti pubblici».
Ha poi fermamente rivendicato la costante e attenta gestione dei flussi migratori – complicata in modo significativo dall’emergenza pandemica sia in termini di portata numerica che di procedure – sottolineando «gli sforzi compiuti per gestire l’accoglienza da coniugare con le necessità di profilassi imposte a tutela della salute di tutti, a cominciare dai nostri concittadini». Un tema globale, da affrontare con un approccio integrato rispetto al quale – ricorda il ministro – «abbiamo intensificato la ricerca di collaborazione e dialogo con i Paesi terzi, in particolare con Libia e Tunisia, perché il loro attivo coinvolgimento è indispensabile per combattere efficacemente le reti del traffico di migranti» ribadendo la necessità di una risposta forte da parte dell’Unione europea. Nel suo intervento anche un passaggio sulle conseguenze e i possibili sviluppi connessi alla crisi politica afgana ricordando che «L’Italia ha fatto la sua parte mettendo in sicurezza alcune migliaia di cittadini afghani» e che l’intero scenario sarà seguito con la consueta attenzione e competenza dal lavoro sinergico delle due componenti” della sicurezza del nostro Paese, Forze di Polizia e Intelligence. Con un richiamo fermo ai valori di libertà e sicurezza caratterizzati da un rapporto di reciproca necessità, il ministro conclude affermando che «a capacità di ascolto e l’attenzione verso le voci di protesta e di malcontento sono grandi virtù della democrazia, ma lo sono anche, in pari misura, il rispetto delle regole e l’intransigenza di fronte a derive violente».
Fonte: Ministero dell’interno