Nell’era delle guerre elettroniche, che possono rivelarsi ancor più devastanti di quelle convenzionali, la sicurezza informatica ha assunto un’importanza via via crescente nell’economia globalizzata, soprattutto per i Paesi più sviluppati, particolarmente vulnerabili da questo punto di vista. Di conseguenza l’attenzione degli esperti si è ormai spostata dalle evidenti implicazioni commerciali a quelle strategiche di difesa degli interessi nazionali complessivi. In questo quadro l’Italia sta facendo abbastanza sul fronte della Cyber Security? La domanda è stata rivolta a Simone Bonannini, amministratore delegato di Interoute, provider internazionale di servizi per le telecomunicazioni e grande esperto del settore. “Il termine Cyber security è spesso un po’ abusato, visto che quasi tutti pensano esclusivamente alla sicurezza informatica, la sicurezza It, il che va anche bene – ha risposto il manager – Temo, però, che ci si dimentichi spesso di guardare alla parte di sicurezza infrastrutturale, quindi di scendere un po’ di livello e fare in modo che non ci si preoccupi solo di scongiurare un possibile hackeraggio di un sistema informativo, di un database, di una banca o di una grande multinazionale che si occupa magari di armamenti. L’importante è anche controllare la sicurezza dal punto di vista dell’infrastruttura – sottolinea Bonannini – Ho il timore che non ci sia in questo momento una sensibilità e una conoscenza di come davvero siano fatte sul nostro territorio le infrastrutture e quali siano effettivamente strategiche. Quindi il mio auspicio è che s’inizi a guardare con più attenzione e professionalità a questo aspetto, spesso sottovalutato o addirittura trascurato”.