Sulmo Mihi Patria Est: Publio Ovidio Nasone nacque il 20 marzo del 43 a.C. da una facoltosa famiglia di Sulmona, terzo comune più popoloso della provincia dopo L’Aquila e Avezzano, circondata dalle incantevoli catene del Morrone e della Maiella.
E nei giorni della celebrazione del suo bimillenario scopriamo una curiosa coincidenza: uno dei più grandi fan dell’autore delle 21 lettere dell’Heroides è nientemeno che il neo premio Nobel Bob Dylan. Il famoso cantautore, soprattutto negli ultimi quindici anni, ha disseminato di citazioni di Ovidio i suoi album e l’ha usato come esergo nel suo ultimo libro.
Ed è stato grazie a Le Metamorfosi, il grande poema epico mitologico incentrato sul tema delle metamorfosi, che siamo venuti a conoscenza delle numerose storie e dei racconti mitologici dell’antichità greca e romana. L’ opera, composta da 15 libri, raccoglie la gran parte dei miti di tradizione greco-romana attraverso un susseguirsi di racconti e vicende intrecciate tra loro. E’ un’opera che ha influenzato gran parte della letteratura italiana, da Dante a D’Annunzio. Fu il poeta preferito dai giovani e dagli ambienti eleganti romani grazie alla sua opera giovanile fatta di racconti e poesie d’amore, gli “Amores”.
Ma il libro che gli diede maggior fama fu il chiacchierato e scandaloso, per l’epoca, “Ars Amatoria”, un libro erotico con il quale dispensa consigli sul corteggiamento ad uomini e donne. Il titolo ricalcava ironicamente quello dei manuali di retorica diffusi all’epoca del poeta (Ars oratoria) e proprio come questi ultimi si proponeva di fornire una serie di precetti attraverso cui il lettore poteva trasformarsi in un perfetto dongiovanni. A questo proposito, è interessante la scelta del termine ars che indica non una sapienza innata, ma qualcosa che è possibile apprendere attraverso un attento studio e un rigoroso esercizio: un po’ come dire che seduttori non si nasce, ma si diventa! Ovidio si offre come praeceptor Amoris (“maestro d’amore”) per chiunque lo voglia ascoltare, mettendo a disposizione la propria esperienza personale, vera o presunta che sia. Il manuale, moderno come non mai, se fosse pubblicato oggi, sarebbe intitolato: come sedurre in 10 mosse!
Il suo pensiero è perfetto, contemporaneo, provocatorio, realistico: «Bisogna sempre provare con tutte: tra tante ne potrai trovare una, al massimo, che si neghi. Di fatto, che si diano o no, amano soltanto essere fregate».
A Tomi (l’allora nome di Costanza) dove morì nel 17 d.C. compose i “Tristia”, opera malinconica dell’esilio dalla quale è stato tratto l’emistichio “Sulmo mihi patria est”, presente sullo stemma civico fin dal medioevo.
A Costanza è stata eretta la statua gemella di Ovidio presente a Sulmona e la città ama a tal punto il poeta da dedicargli annualmente il “Festival Internazionale di Arte e Cultura” ed il nome “Ovidiu” è quello più comune tra i maschi rumeni.
L’oltraggio dei secoli non ha lasciato resti tangibilli di Ovidio a Sulmona, ma i luoghi tanto amati e decantati nei suoi carmi conservano ancora gli stessi nomi e l’antica suggestione: la “Fonte d’Amore”, cara al Dio Amores, dove egli si recava in visita all’amata Corinna, sensualissima vestale, è ancora lì, anche se non dispensa più l’afrodisiaca acqua dell’innamoramento. Il Tempio di Ercole Curino, creduto per secoli la Sua dimora, è conosciuto ancora oggi come “La Villa di Ovidio”.
Ora è tutto pronto a Sulmona per alzare il sipario sul Bimillenario della morte del poeta, evento che durerà fino ad aprile 2018. Già molte le prenotazioni per la “Settimana scientifica”, dal 3 al 10 aprile, caratterizzata dal Certamen Ovidianum Sulmonense e dal Convegno internazionale di Studi Ovidiani che, il 6 aprile, ha visto la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Ovidio 2017” è cominciato con la cerimonia di accoglienza in Comune per i sindaci di Costanza, gemellata con Sulmona, e di Ovidiu, municipalità con cui si sta instaurando un partenariato, nel nome del poeta il quale, nato in terra peligna e vissuto a Roma, fu esiliato nell’antica Tomi in Romania.
Una cerimonia solenne per l’apertura del Convegno Internazionale di Studi Ovidani ha dato il via le celebrazioni del Bimillenario della morte del grande poeta. Un’apertura in grande stile nel gremito teatro comunale per il prestigioso Convegno Internazionale di Studi ovidiani, che ha ospitato sul palco del “Maria Caniglia”, 27 illustri latinisti provenienti dalle migliori realtà di tutto il mondo, fino al 6 Aprile, giorno in cui a Sulmona è arrivato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
A rappresentare il Governo la Sottosegretaria alla Giustizia Federica Chiavaroli, presente insieme con le senatrici abruzzesi Paola Pelino e Stefania Pezzopane, all’assessore regionale Andrea Gerosolimo, al Presidente della Fondazione Carispaq, Marco Fanfani, a molti sindaci e amministratori del territorio, in platea con autorità civili e militari, studenti, insegnanti e studiosi da tutta Italia ed esponenti del mondo culturale abruzzese.
Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato a Sulmona in occasione delle celebrazioni per il bimillenario della morte del poeta latino Ovidio. Nella città peligna il Capo dello Stato è stato accolto dagli applausi della gente in particolare dei numerosi bambini delle scolaresche cittadine. Il presidente Mattarella, è arrivato a Sulmona facendo tappa nel cuore del centro storico con la visita alla statua di Ovidio. Ha sostato davanti al monumento del poeta, in piazza XX Settembre, intrattenendosi poi a lungo con le tante persone assiepate dietro le transenne. I bambini hanno indirizzato al presidente Mattarella cori con ‘Benvenuto Presidente Mattarella’, ‘Viva Presidente’, cantando anche l’Inno d’Italia.
l Presidente della Repubblica ha partecipato al convegno internazionale di studi ovidiani nel bimillenario della morte del poeta sulmonese, tenutosi a teatro Caniglia.
Il Presidente, prima di giungere al Caniglia, ha fatto una sosta in centro storico davanti alla Statua di Ovidio. Al grido di “Benvenuto Presidente”, è stato accolto dai bambini delle scuole elementari, con applausi e cori. Immancabile l’Inno d’Italia.
Un grande pensatore ceco, Stanislaw Lec, con grande equilibrio tra storia e mito, scrisse: «Tutti gli Dei furono immortali». Una intuizione folgorante, ma Ovidio c’era arrivato prima: «È conveniente che esistano gli Dei. E, siccome è conveniente, lasciateci credere che esistano».