Luogo abitato già in Età Neolitica da comunità primitive dedite alla caccia e all’agricoltura, Valtournenche (chiamata Valtornenza durante il fascismo e Valtorenche sino agli anni Cinquanta) è un comune della Val d’Aosta che si trova a circa 1500 metri di altitudine e prende il nome dalla valle entro la quale è situato.
Sorto a ridosso del Cervino presso l’area nord della regione, il ritrovamento di antichi reperti archeologici testimonia che la zona è stata frequentata da abitanti di origine celtica e successivamente sottoposta al dominio dell’Impero Romano, periodo in cui i territori prealpini divennero un importante avamposto strategico anche per le popolazioni nordiche. Intorno al 200 a.C. – finite le guerre puniche e constatata la minacciosa presenza dei barbari – Roma rivolse la sua attenzione alle Alpi in funzione difensiva occupandone tutte le valli e riducendone in schiavitù le tribù stanziali. I comuni vennero fortificati e nelle vicinanze della Dora Baltea fu costruita una città militare chiamata Augusta Praetoria Salassorum, intorno alla quale venne eretta una cinta muraria di 40 Km destinata a proteggere i centri abitati di tutta l’area. Durante la cristianizzazione relativa ai primi anni d. C., Valtournenche e dintorni iniziarono ad avere connotazioni urbanistiche monumentali ed arrivarono a costituire uno dei centri più ricchi e prosperi di tutto il territorio italico. Tuttavia, le guerre, sempre più cruente, tra le popolazioni barbare e l’esercito imperiale romano provocarono la distruzione di molti comuni del luogo, i quali furono ricostruiti soltanto in pieno Medioevo, con l’aggiunta di castelli, chiese e torri in perfetto stile romanico (caratteristico del periodo).
Nel IV secolo Vercelli detenne il potere sulle sedi vescovili di zona, mentre i circondari valdostani seguitarono a subire le invasioni gote prima, e longobarde poi. Giunto sulle Alpi Pipino il Breve con il suo esercito, le popolazioni barbare del settentrione vennero combattute, sconfitte ed inglobate nel Regno dei Franchi. Nel corso del Settecento l’Impero Carolingio esercitò un dominio incontrastato sui territori aostani durato molti decenni, durante i quali i contatti tra le civiltà italiche e franche si fecero sempre più assidui, soprattutto dopo l’inserimento dei Savoia nel circuito dei grandi potentati dinastici locali. Nell’anno Mille si diffuse in tutta la zona l’edificazione di grandi castelli e la tendenza a spostare i comuni a quote elevate per proteggere l’abitato dagli attacchi stranieri. In questo modo, i feudi attuarono con più continuità una difesa autonoma dei propri borghi. Progressivamente, la dinastia sabauda ottenne dal Regno di Borgogna maggiori poteri sino alla piena autonomia che permise la trasformazione della piccola entità regionale in un Ducato, destinato a durare diversi secoli. I continui scontri con le realtà francofone del luogo che non avevano rinunciato ad amministrare i comuni delle valli, si protrassero per tutto il corso del Rinascimento ed anche oltre, soprattutto a causa della presenza della chiesa cattolica che mediante i monasteri esercitava un’influenza tradizionalista sugli abitanti del luogo.
In piena Età Moderna Valtournenche sviluppò la sua agricoltura vitivinicola e si dotò di efficienti vie di collegamento un tempo inaccessibili per via dei grandi valichi alpini e le alte quote in cui erano situate le sue frazioni. Incorporata nella Repubblica Francese nel 1798, tutta la Valle d’Aosta tornò sotto l’amministrazione del Regno di Sardegna solo a Restaurazione avvenuta, nel 1815, e fu annessa al Regno d’Italia nel 1861 dopo una estenuante spartizione territoriale con i francesi. Posta sotto la giurisdizione di Torino come Divisione (e non come provincia) sino al 1927, la valle ed i suoi comuni subirono un forzato processo di italianizzazione ad opera del fascismo, che ne gestì il controllo per mezzo di una diarchia composta da un prefetto e da un preside provinciale. Aosta fu costituita Regione Autonoma con decreto legislativo nel 1948, dopo la nascita della Repubblica italiana.
Come la maggior parte dei comuni valdostani, l’architettura di Valtournenche rappresenta un misto di strutture moderne in elementi leggeri ed edifici medievali in pietra (torri, chiese, cinte murarie) che dimostrano come secoli prima i suoi abitanti pensassero ad un assetto puramente difensivo del centro abitato. La chiesa medievale di Sant’Antonio, presente nella piazzetta centrale del paese, ne è l’esempio. Col tempo, l’edilizia urbana residenziale ha preso il sopravvento e mostra tutta la sua particolarità, dovuta all’utilizzo di materiali lignei isolanti tecnologicamente evoluti. Valtournenche fa del turismo alpino una delle sue maggiori fonti attrattive, ed oggi ha una popolazione di circa 2.250 abitanti (Fonte Istat 2015).