Il Reddito di inclusione in questa prima fase si rivolge alle famiglie con particolari condizioni di fragilità, come ad esempio quelle con figli minori o disabili o con donne in stato di gravidanza. Non si tratta di un intervento assistenzialistico, ma fondato, piuttosto, sul principio dell’inclusione attiva. Uno strumento che affianca al sostegno economico misure di accompagnamento capaci di promuovere il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di coloro che ne siano esclusi.
Ai nuclei familiari che ne beneficeranno viene richiesto l’impegno a svolgere un progetto personalizzato condiviso con i servizi territoriali in grado di contribuire alle loro necessità contingenti, con un percorso parallelo verso l’autonomia. Inizialmente, i nuclei familiari che verranno coperti saranno 500mila, 420mila dei quali con figli minori, per un totale di quasi 1 milione e 800mila persone.
“Numeri destinati ad aumentare rapidamente – ha detto il titolare del Lavoro e del Welfare, Giuliano Poletti – perché la legge di bilancio prevede un incremento del Fondo nazionale per la lotta contro la povertà di 300 milioni per il 2018, 700 per il 2019 e 900 per il 2020. Comprendendo anche le risorse del Pon inclusione, si passerà così dai 2 miliardi attuali ai 3 miliardi alla fine del triennio. Grazie a queste risorse aggiuntive, già dal 1° luglio 2018, si potranno coprire tutti i nuclei familiari che presentino i requisiti economici individuati dalla legge, indipendentemente da altre condizioni particolari. In questo modo, nel 2018 il numero dei nuclei familiari beneficiari del Rei salirà di oltre il 50%, per un totale di 780mila. Ma oltre all’impegno finanziario, perché il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale si traduca in realtà e sia davvero efficace è necessario poter disporre di una rete di accoglienza che sappia instaurare un rapporto con le persone in stato di bisogno e prenderle in carico. Per questo – ha concluso il ministro – abbiamo deciso di destinare una parte delle risorse al rafforzamento dei servizi territoriali, con l’obiettivo di costruire una rete nazionale per l’inclusione e la protezione sociale: un’infrastruttura stabile per la collaborazione tra le istituzioni e le organizzazioni sociali, che favorisca una collaborazione permanente tra questi soggetti, indispensabile per costruire una risposta condivisa ed efficace ai bisogni delle persone in difficoltà”.