“Le misure di razionalizzazione programmate sono state, in linea generale, attuate, pur registrandosi ipotesi di incompiuta o ritardata conclusione di alienazioni e procedure di liquidazione avviate da tempo e non ancora concluse”. E’ quanto si legge nel referto, approvato dalle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti N. 19/SSRRCO/2020, sui piani di revisione delle partecipazioni societarie detenute dalle amministrazioni dello Stato e dagli altri enti pubblici nazionali, fra cui gli ordini e le federazioni professionali, attributi alla competenza della magistratura contabile ai sensi dell’art. 5, commi 4, 20 e 24 del Testo unico sulle società partecipate (d.lgs. n. 175 del 2016).
Dagli accertamenti istruttori condotti dalla Corte emergono, all’interno di un quadro di prevalente osservanza delle disposizioni introdotte dal Testo unico delle società pubbliche, alcuni profili di non conformità al dettato legislativo. In particolare, oltre ad ipotesi di omessa o ritardata approvazione dei provvedimenti di revisione o di difformità negli organi interni competenti all’adozione, sono stati rilevati, in alcune fattispecie, incompleta valutazione dei parametri di razionalizzazione individuati dalla legge e/o carenze motivazionali a supporto del mantenimento di partecipazioni. Abbastanza frequenti sono stati, inoltre, l’inadempimento all’adozione e pubblicazione, da parte delle amministrazioni socie, di obiettivi specifici per i costi di funzionamento e del personale delle società controllate, nonché l’omessa o incompleta adozione della delibera assembleare motivata a fondamento dell’opzione di un organo di amministrazione collegiale.
Fonte: Ufficio stampa della Corte dei conti