La tratta degli esseri umani è una forma di schiavitù, un crimine da combattere e contrastare con piani efficaci ed azioni condivise. Parte da questa convinzione l’obiettivo del vertice per rafforzare la collaborazione tra i Paesi interessati dal fenomeno, avviando controlli alla frontiera sud della Libia: migliaia di chilometri di deserto dai quali passano i flussi migratori diretti sulle coste per poi salpare verso l’Italia. I ministri Ahmat Mahamat Bachir, Aref Khoja e Mohammed Bazoum, hanno riconosciuto al nostro Paese gli sforzi messi in campo per realizzare l’intesa tra le tribù del sud della Libia, che costituisce un importante passo per la sicurezza dei confini, convenendo altresì sulla necessità di cooperare congiuntamente nella lotta al terrorismo e al traffico di esseri umani per rafforzare la sicurezza dei confini. Tra le diverse azioni anche quella a sostegno della formazione delle guardie di frontiera; la cooperazione nella gestione, in Niger, Ciad e in Libia, dei centri di accoglienza per migranti irregolari secondo gli standard umanitari internazionali; la promozione dello sviluppo di un’economia legale alternativa a quella collegata ai traffici illeciti, con particolare riferimento alla tratta di esseri umani. Con queste priorità i ministri dell’Interno di Italia, Ciad, Libia e Niger hanno istituito una cabina di regia che opererà attraverso una consultazione periodica e concreta sui temi oggetto dell’incontro.