Si è svolto, nella sala convegni Anci, l’incontro “Comunicare la salute: Etica, deontologia e riconoscimento di una professione, per la corretta applicazione della Legge 150 nelle Pubbliche Amministrazioni”, organizzato da Federsanità Anci e da Eaci, European Association on Consumer Information. L’informazione in campo sanitario è un compito importante e allo stesso tempo complesso e delicato. Gli aspetti che toccano questo tema coinvolgono, insieme alle questioni scientifiche e della salute in senso stretto, anche problematiche economiche, finanziarie, del diritto, etiche, bioetiche, ambientali, oltre che la qualità dei servizi e più in generale tutto il sistema delle relazioni sociali.
La garanzia della correttezza e della completezza delle notizie, i commenti, gli approfondimenti, i servizi e quant’altro arriva all’utente, come frutto di una comunicazione presumibilmente affidabile e controllata, diviene quindi determinante. Come determinante è che il mondo dell’informazione e quello della sanità dialoghino per non innescare corto circuiti sensazionalistici a danno del paziente e del cittadino.
A volte, invece, proprio per un dialogo disfunzionale tra questi due mondi, si formano due opposti schieramenti e all’utente finale arriva una comunicazione frammentata e disorientante.
A fronte di questo problema non trascurabile, una platea di giornalisti ha potuto interagire con i rappresentanti della filiera della comunicazione sanitaria.
Un’occasione importante e costruttiva a cui hanno partecipato, tra gli altri, Fabio Mazzeo, Capo ufficio Stampa del Ministero della Salute e Claudio Rizza Portavoce del Ministro della Salute. A rappresentare gli Enti Locali il Segretario Generale di Federsanità Anci, Lucio D’Ubaldo e Marzia Sandroni, Coordinatrice Comunicatori Asl/AO di Federsanità Anci. Un dialogo utile alla costruzione di una sana informazione che interessa cittadini ed operatori.
Dal dibattito della giornata si è evidenziato come sia importante creare una nuova etica dell’informazione, che metta in campo una coscienza informativa che tuteli gli operatori ma soprattutto i malati e i loro familiari che hanno la necessità di essere accompagnati nella conoscenza della materia e non lasciati al mercé di una fuorviante modalità di parlare di sanità che distoglie il cittadino tra ciò che è più o meno giusto.
A tal proposito il segretario di Federsanità Anci, Lucio D’Ubaldo, ha posto l’attenzione sulla presenza di “una comunicazione che, se assume toni e contenuti distorti, può contribuire, in misura considerevole, all’alimentazione di un fenomeno preoccupante, per dimensioni finanziare, quale quello della medicina difensiva. Secondo gli esperti, infatti, ogni anno circa 10 miliardi di spesa aggiuntiva vanno direttamente in questo settore. Ci vuole, quindi, equilibrio tra correttezza e deontologia dell’informazione, onde trovarsi di fronte ad una spesa che non sarà più di 10 miliardi di euro ma accrescerà fino a 20 miliardi”.
Per Finire D’Ubaldo ha posto l’attenzione sulla necessità di una maggiore attività sul territorio, con un coordinamento tra i Sindaci, così come previsto dalla legge, che oggi risulta essere in parte disattesa.