“Si è segnato un punto di non ritorno. A chi dice che non è abbastanza rispondo che aver messo il riferimento al limite di un grado e mezzo, fortemente voluto dalla coalizione degli ambiziosi, Europa in testa, ha un valore morale: vuol dire salvare tutti, anche gli Stati più esposti”. Lo ha affermato il Ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti, sottolineando che l’accordo sul clima alla conferenza Onu di Parigi “terrà”. “L’accordo – ha spiegato – non è tutto incentrato su impegni volontari, ce ne sono molti anche di vincolanti. C’è l’obbligo di presentare i propri contributi nazionali a ridurre le emissioni e poi di continuare a farlo ogni cinque anni, ponendosi obiettivi sempre più stringenti. E poi sono vincolanti una serie di meccanismi. Ma quello che conta è il cambio di prospettiva politica. L’era delle fonti fossili sta tramontando e tutti l’hanno capito. Chi ha preso gli impegni li manterrà, anzi, molti faranno anche meglio”. Intervistato dal Sole 24 ore, Galletti ha ribadito che per l’Italia “ci saranno effetti positivi. Noi – ha precisato – siamo tra i Paesi sottoscrittori del Protocollo di Kyoto del ’97 e l’abbiamo rispettato; oggi il 42% dell’energia elettrica italiana proviene dalle energie rinnovabili, abbiamo investito nella green economy, abbiamo ridotto le emissioni del 20%. Quindi sappiamo bene come si fa, abbiamo sviluppato le tecnologie migliori da esportare, abbiamo le buone pratiche da proporre al mondo. Sono sicuro – ha continuato – che per l’impresa italiana da questo accordo sul clima ci saranno solo vantaggi. Oggi non è come quando firmammo il Protocollo di Kyoto, con il quale noi europei e soprattutto noi italiani prendemmo un carico rilevante di vincoli quando altri Paesi non ne avevano. Tutto il mondo s’impegna ad andare in una direzione comune, e finalmente questo impegno non è più una serie di vincoli ma, appunto, di opportunità. È come se a Parigi avessimo fatto il grande ‘piano industriale del mondo’”.