I cinghiali lasciano i boschi e arrivano in città, attratti dai rifiuti urbani, per brevi incursioni alla ricerca di cibo. Un dibattito aperto che coinvolge numerosi comuni. A Genova, ad esempio, qualche tempo fa era stata varata un’ordinanza per poterli abbattere nelle aree urbane, come extrema ratio, per tutelare l’incolumità pubblica. Puntando, al contempo, anche all’uso sperimentale di pillole per sterilizzarli e a recinzioni metalliche elettrificate nelle zone collinari. Ma, a due mesi dall’emissione, battuta d’arresto per il provvedimento con cui il Municio aveva disposto in via straordinaria l’abbattimento dei cinghiali in città in casi di pericolo per la pubblica incolumità.
E’ illegittima, dunque, l’ordinanza con cui il Comune di Genova lo scorso settembre ha disposto in via straordinaria la rimozione e l’abbattimento dei cinghiali nell’ambito urbano, “a cura del personale preposto alla vigilanza faunistico-venatoria, coadiuvato, qualora possibile, dal personale della polizia municipale”. Lo ha stabilito una sentenza del Tar della Liguria, che ha accolto parzialmente il ricorso presentato da Oipa Italia Onlus, organizzazione internazionale di protezione animali dotata di un nucleo di guardie zoofile a Genova, assieme alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane, contro il Comune del capoluogo ligure.
Nelle motivazioni della sentenza si legge che «esiste la possibilità di fronteggiare la situazione di pericolo con i mezzi ordinari predisposti dall’ordinamento e quindi non ci sono i presupposti per l’adozione del contestato provvedimento straordinario del Comune di Genova. Nell’ordinamento della Regione Liguria sono previste apposite norme per fare fronte all’emergenza collegata alla presenza della fauna selvatica e, in particolare, dei cinghiali».
La legge regionale stabilisce che «gli interventi di controllo della fauna selvatica effettuati in ambito urbano avvengono previa ordinanza prefettizia o sindacale, con la presenza e il coordinamento di agenti od ausiliari di pubblica sicurezza», ha spiegato ancora il Tar, dunque «non c’è l’impossibilità di fronteggiare» la situazione «con gli strumenti ordinari».
L’ordinanza “ordinaria” richiede che gli interventi di controllo della fauna selvatica effettuati in ambito urbano avvengano sempre con la presenza e il coordinamento di agenti o ausiliari di pubblica sicurezza; nel caso di abbattimenti in ambito urbano, inoltre, si impone la presenza e il coordinamento di agenti di pubblica sicurezza.
Per queste ragioni, «il provvedimento impugnato è illegittimo e merita di essere annullato nella parte in cui dispone la “rimozione” degli ungulati trovati in ambito urbano». E però, «questa pronuncia non impedisce al Comune di rideterminarsi in materia mediante gli strumenti ordinari e con l’adozione delle cautele previste dalla legge».
«Prendiamo atto della decisione dei giudici del Tar e aspettiamo di leggere il dispositivo della sentenza per decidere cosa fare»: così l’assessore al Benessere degli animali del Comune di Genova, Matteo Campora, ha commentato la notizia. Il collega con delega alla Sicurezza, Stefano Garassino, ha chiarito che «la nostra ordinanza non lascia il via libera all’uccisione indiscriminata dei cinghiali, ma prevede solo che si possano abbattere anche in città, nel caso rappresentino un pericolo per i cittadini. Detto questo, se il Tar decide che non si possono mai uccidere, mi viene da pensare che manleva noi amministratori dalla responsabilità nel caso i cinghiali provochino danni a cose e persone, come è già successo più volte in città».
Campora ha aggiunto che «la nostra ordinanza è nata anche per agevolare il lavoro degli agenti della polizia Regionale, chiamati a intervenire per fronteggiare la presenza dei cinghiali in città».
Il problema dei cinghiali che passeggiano pericolosamente per le vie di Genova è un’emergenza che dura da anni: i cinghiali hanno invaso giardini pubblici, cortili dell’Università, viali di ospedali e sono stati avvistati anche sul lungomare di corso Italia; in alcune parti della città (come nella Valbisagno e al Righi), la loro presenza non fa addirittura più notizia.
Gli abbattimenti da parte dei poliziotti sono stati comunque rarissimi, mentre gli animalisti chiedono da sempre che gli ungulati “urbani” vengano catturati e liberati nell’entroterra, anche se una norma nazionale prevede che in caso di cattura in città debbano essere abbattuti.