L’immagine è almeno inusuale. Una dozzina di uomini vestiti in giacca e cravatta seduti in linea che intessono con pazienza, punto per punto, una maglia color fucsia. “Rompere gli stereotipi ci trasforma in una società più inclusiva e tollerante”, si legge sul manifesto ai loro piedi. Sono gli ‘Hombres Tejedores’, uomini tessitori, un gruppo che nasce a inizio estate a Santiago del Cile. Ciò che l’immagine mostra è un ‘performance’ urbana che ha avuto luogo nella capitale cilena nel mese di settembre.
E’ possibile ragionare sul significato dell’essere uomo oggi, e combattere al tempo stesso per i diritti delle donne, per una società più egualitaria? Secondo Claudio Castillio – artista cileno che oggi vive in Germania – la risposta è sì, grazie a un’attività molto particolare: il lavoro a maglia.
Dalla sua idea è nato Hombres Tejedores, un movimento urbano che da meno di un anno coinvolge uomini tra i 25 e i 40 anni. Armati di giacca, cravatta e ferri da calza, si danno appuntamento per fare la maglia. I fili di lana colorata passano tra le loro dita, e nel silenzio di questa attività che apparteneva alle nonne, cercano di ribaltare gli stereotipi di genere. “Proviamo a trasformare questa società maschilista e patriarcale, che non mi piace assolutamente”, racconta all’agenzia DIRE uno dei suoi membri, Ricardo Higuera.
“Sin da ragazzino avevo il desiderio di imparare l’arte del lavoro a maglia” confessa Ricardo, che di mestiere fa il giornalista a Santiago, e ha deciso di avvicinarsi a questo movimento per riempire il tempo libero ma anche per senso civico.
Da cosa nasce il bisogno di lanciare un messaggio così originale? “La società cilena – spiega Ricardo – è molto maschilista e legata al patriarcato. Come ovunque nel mondo, le donne soffrono il fatto di non essere considerate uguali agli uomini e subiscono diverse violazioni dei loro diritti”. Per questa ragione, prosegue, “in Cile la società deve cambiare: deve diventare più inclusiva, più rispettosa delle differenze e degli orientamenti sessuali della gente, riconoscendone prima di tutto il valore in quanto persone”.
E la vostra iniziativa sta avendo successo? “Sì, la gente sta rispondendo positivamente – dichiara entusiasta questo ‘hombre tejedore’ – sia quando ci riuniamo nelle strade che quando partecipiamo a eventi pubblici oppure diamo lezioni. Anche sui social network ci seguono in molti. Per questo sentiamo di essere sulla buona strada: il nostro messaggio sta arrivando in tutto il mondo”. Ma per Ricardo ancora non basta: “vogliamo arrivare dappertutto. D’altronde tutte le società ovunque nel globo dovrebbero consentire sia agli uomini che alle donne l’accesso agli stessi diritti, in modo paritario e amichevole”, il suo sogno.
E intanto dalle mani di questi giovanotti escono sciarpe, coperte, cappelli di lana colorati, che rivendicano un mondo in cui a fare la differenza non è il genere sessuale ma il motivo alla base delle scelte e delle azioni.