Per stilare l’elenco il Censis ha preso in esame i parametri relativi alle strutture disponibili, alla capacità di comunicazione 2.0, ai servizi erogati e al grado d’internazionalizzazione. All’elenco si aggiunge il ranking dei raggruppamenti di classi di laurea triennali e dei corsi a ciclo unico rispetto alle dimensioni della progressione in carriera e del grado di internazionalizzazione. Si tratta di 40 valutazioni, che possono aiutare a orientare i giovani e le loro famiglie nell’individuazione di un percorso di formazione. Negli anni passati, il picco di iscritti alle università italiane si è registrato tra il 2003 e il 2004, con 337.000 nuovi iscritti. Dopo di allora si è verificato un calo protrattosi fino al 2013/2014, con una riduzione complessiva nel periodo pari al 20%. Nell’anno accademico 2015/2016 si sono, invece, attestate 276.000 immatricolazioni, con una lieve crescita.
Tra i mega atenei statali (quelli con più di 40.000 iscritti) la prima posizione è mantenuta dall’Università di Bologna, con un punteggio complessivo di 92,0. A seguire troviamo l’Università di Firenze (88,2), che guadagna una posizione rispetto all’anno precedente, acquisendo tra l’altro 6 punti nella comunicazione e nei servizi digitali. Terza e quarta posizione per l’Università di Padova e l’Università La Sapienza di Roma, che oltre a migliorare il loro punteggio nella comunicazione e nei servizi digitali guadagnano rispettivamente 4 e 1 punti nel livello di internazionalizzazione. Ultima in classifica tra i mega atenei è, come lo scorso anno, l’Università Federico II di Napoli. Penultima l’Università di Catania, che perde una posizione e terz’ultima l’Università Statale di Milano.
L’Ateneo di Perugia continua a guidare la classifica delle grandi università (da 20.000 a 40.000 iscritti) spingendo molto sull’internazionalizzazione, criterio di valutazione rispetto al quale ha guadagnato 5 punti e totalizzato un punteggio complessivo pari a 94,8. L’Università di Pavia mantiene il secondo posto (91,6), a seguire troviamo l’Università di Parma (89,6) con 10 punti in più nella comunicazione e nei servizi digitali. Quest’anno al quarto posto si colloca l’Università di Modena e Reggio Emilia, passata dai medi ai grandi atenei e sopra di 3 punti nei servizi per gli studenti rispetto all’anno scorso.
Scende dal terzo al quinto posto l’Università della Calabria, i cui punteggi per la spesa relativa a borse di studio ed altri interventi in favore degli studenti, nonchè per la comunicazione e per i servizi digitali si riducono rispettivamente di 7 e 9 punti. Ultima e penultima tra i grandi atenei restano la Seconda Università di Napoli o Università della Campania e l’Università di Chieti-Pescara, nell’ordine con i punteggi complessivi di 72,4 e 72,6. Perde due posizioni, infine, arrivando terz’ultima l’Università di Roma 3. L’Università di Siena sorpassa quella di Trento nella graduatoria dei medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti), sebbene la differenza tra i rispettivi punteggi complessivi sia minima: Siena 99,4 e Trento 99,2. Stabile al terzo posto è l’Università di Sassari, con 6 punti in più nella classifica della spesa per borse di studio e altri interventi in favore degli studenti, sia in quella della comunicazione e dei servizi digitali. Anche quest’anno quarta in graduatoria è l’Università di Trieste, seguita da un altro ateneo friulano, l’Università di Udine, in ascesa di due posizioni nella classifica complessiva e con un incremento di 14 punti in quella relativa alla spesa per borse di studio e altri interventi rivolti agli studenti. Chiudono il ranking, rispettivamente all’ultimo, penultimo e terz’ultimo posto le Università di Napoli Partenopee, l’Orientale e l’Università degli Studi Magna Grecia di Catanzaro. Nella classifica dei piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti) troviamo nuovamente l’Università di Camerino, con un punteggio complessivo di 97,2, cui segue l’Università di Teramo che, totalizzando 89,6 punti sale di due posizioni occupando quella che lo scorso anno era dell’Università di Foggia, passata al quarto posto e penalizzata in particolare dalla perdita di 15 punti relativi alla spesa per borse ed altri servizi in favore degli studenti, variabile in parte esterna e conseguente alle scelte delle politiche regionali per il diritto allo studio. Stabile al terzo posto è l’Università di Macerata. L’Università di Cassino, infine, avendo scalato due posizioni rispetto allo scorso anno, si colloca al quinto posto. La penultima e ultima posizione sono occupate dall’Università del Sannio e dall’Università del Molise.
A guidare la classifica dei Politecnici troviamo quello di Milano, con 92,8 punti; seguito dallo Iuav di Venezia (88,2), posizionato al secondo posto e dai Politecnici di Torino e di Bari, rispettivamente in terza e quarta posizione. Tra i grandi atenei non statali (quelli da 10.000 a 20.000 iscritti) primeggia anche quest’anno l’Università Bocconi (95,8 punti), seguita dall’Università Cattolica (89,4). Tra i medi atenei non statali (da 5.000 a 10.000 iscritti) al primo posto troviamo la Luiss (91,4). Tra i piccoli atenei non statali, la Libera Università di Bolzano totalizza un punteggio di 108,8, seguita dalla Liuc-Università Cattaneo (93,4). Chiude la graduatoria l’Università Jean Monnet, preceduta dall’Università Europea di Roma. Unico cambiamento interno alla graduatoria è costituito dalla retrocessione in settima posizione dell’Università degli Studi Internazionali di Roma, sostituita in sesta posizione dall’Università Vita-Salute San Raffaele.