Gli italiani sono un popolo di proprietari in quanto l’immobile resta la pietra angolare della sicurezza economica ed esistenziale. L’87% vive in spazi adeguati e confortevoli, ma il 76% denuncia gli alti costi di gestione delle abitazioni (bollette, condominio) e per il 72% il fisco è penalizzante.
Il 70,8% delle famiglie italiane è proprietario della casa in cui vive (il 28% di questi è proprietario di altri immobili), l’8,7% gode della casa in usufrutto o a titolo gratuito, il 20% vive in affitto. L’Italia è uno dei Paesi con il più alto numero di proprietari: la proprietà è un fattore costitutivo della nostra società, inscritto nel DNA degli italiani e non è una prerogativa solo dei benestanti: nel quinto delle famiglie più povere, il 55% è proprietario dell’abitazione in cui vive e la percentuale aumenta all’83% tra le persone abbienti. La percentuale di famiglie proprietarie è più elevata tra le coppie con figli (73%) e tra i residenti nelle piccole città (il 76% nei comuni fino a 2.000 abitanti, e il 74% in quelli con un’ampiezza tra 2.000 e 10.000 abitanti), questi alcuni dati contenuti nel 1° Rapporto Federproprietà-Censis «Gli italiani e la casa», realizzato con il contributo della Società Italiana di Medicina Ambientale e in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti.
Secondo l’indagine per il 91% degli italiani la casa è un rifugio sicuro, soprattutto dopo il Covid l’89% si sente tranquillizzato dal fatto di essere proprietario dell’abitazione in cui vive, per l’83% la casa riflette l’identità e il 54% vorrebbe aiutare figli o nipoti ad acquistare la 1° casa, perché l’immobile di proprietà resta la pietra angolare della sicurezza economica ed esistenziale.
La pandemia ha contribuito a rendere le abitazioni multifunzionali e molte attività continuano a essere svolte in casa, il 47% degli italiani lavora da remoto (54% dei giovani di 18-34 anni). Il 96% degli studenti si dichiara attrezzato per seguire le lezioni in modalità dad, ma il 63% degli italiani non si limita a restare in casa solo per svolgere le funzioni essenziali, per poi uscire: il 78% vi trascorre gran parte del tempo libero, in casa gli italiani fanno sport (il 43,7%, il 60% dei giovani), cucinano (l’89%, il 94% dei giovani) e coltivano parte delle relazioni sociali (l’84%, il 90% dei giovani); al 17% degli italiani (il 23% tra gli anziani) capita di curarsi in casa o di ricevere assistenza a domicilio.
Per l’87% degli italiani gli spazi abitativi sono adeguati e la casa è confortevole, il 29% ha apportato cambiamenti all’abitazione a seguito alla pandemia per adeguare gli spazi alle esigenze: le coppie con figli (36%), i 18-34enni (45%) e i residenti nelle zone centrali delle grandi città (37%). Cresce l’attenzione per la sostenibilità della casa: l’88% ritiene salubre l’abitazione, per l’86% ha un effetto positivo sulla salute fisica e mentale, l’84% è pronto a renderla più sostenibile attraverso il controllo dei consumi energetici, il 71% dichiara che l’abitazione è dotata di infissi che evitano la dispersione del calore.
Il 51% dei proprietari è convinto che il valore dell’abitazione non sia aumentato negli ultimi 10 anni, in effetti, tra il 2010 e il 2019 i prezzi degli immobili residenziali in Italia sono diminuiti del 16% per registrare un rialzo del 4,6% tra il 2019 e il 2021 e un +5% nel II trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono aumentati i costi legati alla casa (bollette, condominio.): per il 76% degli italiani tali costi pesano «molto» sul budget familiare e per il 71% le tasse che ruotano intorno alla proprietà immobiliare sono troppo alte. Il 5,9% degli italiani vive in condizione di deprivazione abitativa, al dato si aggiunge il disagio degli studenti fuori sede, che possono contare su un numero di posti letto pari all’8% del totale degli studenti fuori sede italiani.
Una soluzione innovativa è l’housing sociale, avviato dal Piano nazionale di edilizia abitativa, che prevede un sistema integrato di fondi immobiliari con al centro il Fondo Investimenti per l’Abitare gestito da Cdp Immobiliare Sgr. l’obiettivo è di mobilitare fino a 4 mld. di euro sui territori, con la partecipazione di investitori terzi, tramite 29 fondi immobiliari locali per la realizzazione di 20.000 alloggi e 7.500 posti letto in 110 comuni.