La grave pandemia che ha colpito il mondo e l’Italia sta sconvolgendo tutti gli equilibri e i progetti di qualsiasi matrice e provenienza, non ultimo per importanza e rilievo internazionale quello relativo alla Capitale Italiana della Cultura. Ciò perchè a oggi, come disposto dai provvedimenti adottati, tutte le attività culturali sono sospese fino al 3 aprile e alcune di esse sono state purtroppo cancellate. Che ne sarà, dunque, di Parma 2020? Per non disperdere il grande sforzo sin qui compiuto e l’inestimabile patrimonio di eventi messi in cantiere da decine e decine di soggetti che questo grande progetto aveva evocato, gli organizzatori stanno tentando l’impossibile per riprogrammare il maggior numero di attività nella seconda metà dell’anno o, in molti casi l’anno prossimo.
«Viviamo un momento di grande difficoltà – commenta l’Assessore alla Cultura del Comune, Michele Guerra – che investe con particolare forza il mondo della cultura, di fatto chiuso e che, nonostante i lodevoli tentativi di sperimentare canali alternativi di comunicazione e interazione artistica e culturale, è letteralmente travolto dalla terribile situazione che stiamo attraversando. Per quel che riguarda Parma 2020, in queste settimane stiamo prendendo contatto con tutti i responsabili dei progetti e cercheremo insieme di capire come si possa rimodulare il palinsesto di un anno che pare tuttavia gravemente compromesso, in attesa di capire se potremo essere Capitale Italiana della Cultura anche nell’anno 2021, decisione che darebbe a questa rimodulazione un respiro diverso» .
Si attende infatti di conoscere la decisione del Governo circa la possibilità di concedere a Parma di proseguire il suo percorso di Capitale Italiana della Cultura nel 2021, in modo che si possa tentare di recuperare ciò che si perderà quest’anno e si possa giungere ancora più pronti a quella che rimane un’occasione di enorme rilevanza per l’intera area emiliana, oggi così colpita, e in generale per il nostro Paese.