Il 60% del Belpaese potrebbe essere ribattezzato “terre dell’abbandono”. Si tratta delle aree interne, al margine non solo per la posizione geografica, ma anche perché escluse dalle attività politiche ed economiche. Sono quei luoghi che, dalle Alpi a tutto l’arco degli Appennini, dalle isole alle zone depresse della Pianura Padana, non curate sono segnate dallo spopolamento e, di conseguenza, stanno affondando. In altre parole, l’Italia sta diventando un arcipelago d’isole collegate tra loro da reti ad alta velocità che bypassano tutto ciò che c’è nel mezzo e anche di lato: si va dall’asse Torino, Milano, Bologna e Venezia, alla costa adriatica fino al Gargano, segue l’area romana e quella napoletana, e poco o niente rimane di Basilicata, Calabria o Sardegna. In questo scenario la regione Campania ha approvato lo scorso aprile, in conformità con il Documento Esecutivo di Programmazione Forestale (Depf) 2018-2020 – il riparto definitivo delle risorse, dell’importo complessivo pari a 82,3 milioni di euro, a favore degli enti delegati (Comunità montane e amministrazioni provinciali) per l’annualità 2018. Grazie a queste risorse, la Regione Campania garantisce la piena occupazione degli operai idraulico-forestali a tempo indeterminato in forza agli enti delegati e, soprattutto, assicura agli operai a tempo determinato un significativo incremento del numero delle giornate lavorative che, nel 2018, saranno in media pari a 151 giornate per unità a fronte delle 130 dello scorso anno. In tal modo, si rafforza anche la capacità di rispondere in maniera tempestiva e incisiva all’emergenza incendi sul territorio regionale che, di anno in anno, diventa sempre più insidiosa.