Oltre 250 milioni di euro per gli interventi per la riduzione del rischio idrogeologico in Calabria sono stati stanziati dal Ministero dell’Ambiente tramite accordi di programma con la Regione negli ultimi otto anni, circa 30 milioni solo nel 2018, cui vanno aggiunti nel 2018-2019 altri finanziamenti in corso di perfezionamento, pari a circa 20 milioni di euro, e quelli provenienti dal Patto per lo sviluppo della Regione Calabria, che ammontano a circa 300 milioni. Oltre 500 milioni di euro, complessivamente, nei quali sono inclusi gli interventi per la difesa dall’erosione costiera.
Il dissesto idrogeologico costituisce infatti un tema di particolare rilevanza per la regione a causa degli impatti sulla popolazione, sulle infrastrutture lineari di comunicazione e sul tessuto economico e produttivo. Il forte incremento delle aree urbanizzate, spesso in assenza di una corretta pianificazione territoriale, ha portato ad un considerevole aumento degli elementi esposti a frane e alluvioni e quindi del rischio. Le superfici artificiali sono passate dal 2,7% negli anni ‘50 al 7,65% del 2017. L’abbandono delle aree rurali montane e collinari ha inoltre determinato un mancato presidio e manutenzione del territorio. In questi ultimi anni la Calabria è stata interessata da intensi e frequenti fenomeni atmosferici che ne hanno compromesso in modo significativo il già debole assetto geomorfologico del territorio. Dopo le province di Crotone e Catanzaro, è stato il litorale ionico reggino ad essere flagellato da un’intensa perturbazione atmosferica che ha causato frane, esondazioni e fortissime mareggiate lungo il litorale.
“Il Ministero – ha detto il titolare dell’Ambiente Sergio Costa – e il Governo si sono attivati concretamente per la Calabria, una splendida terra ingiustamente trascurata. Lo dimostrano gli oltre 500 milioni di euro stanziati per il dissesto idrogeologico della regione, per le opere di manutenzione e i danni da esso provocato, e il ddl ‘Cantiere ambiente’, un piano dettagliato per la messa in sicurezza dell’Italia dal rischio idrogeologico, che riordina il sistema affastellato di disposizioni normative e che razionalizza risorse e poteri e fa risparmiare circa il 70% di tempo per l’erogazione e la realizzazione delle opere”.