Una passeggiata in bicicletta, con tanto di caschetto, davanti al tramonto sulla splendida spiaggia del Poetto dopo la foto di gruppo con lo sfondo della Sella del Diavolo, il promontorio che domina il Golfo degli Angeli. E poi tutti insieme sulla passerella in legno per ammirare il litorale. Si è conclusa così la due giorni del summit G7 dei trasporti ospitato all’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari.
Un centinaio di metri percorsi su bici blu per il ministro Graziano del Delrio, la Commissaria europea Violeta Bulc, il ministro canadese Marc Garneau e, poco più indietro, il giapponese Keichi Ishi e il tedesco Alexander Dbrindt.
A piedi la sottosegretaria statunitense Elaine Chao. E proprio quest’ultima, insieme con il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, in prima fila in bici con Delrio, ha voluto ammirare la spiaggia, rimanendo estasiata. “Che bella”, ha detto chiedendo al primo cittadino notizie sulle barriere di canne e vegetazione utilizzate per bloccare la sabbia. Poi un altro fuori programma con una mini foto di famiglia con lo sfondo della spiaggia, poi tutti di nuovo a bordo del bus elettrico che li ha riportati in albergo.
Al termine dei lavori dei ministri dei Trasporti del G7 e dalla commissaria Ue Violeta Bulc, ospite fondamentale e più che presente alla due giorni nella città sarda è stata adottata la Dichiarazione di Cagliari che può riassumersi in queste parole: infrastrutture di alta qualità e innovative per sostenere la crescita economica. Ma anche per favorire quel meccanismo di inclusione sociale che porta al benessere collettivo e all’accesso ai servizi per tutti. E’ stato approvato un testo, soprattutto, che ha trovato l’unanimità dei firmatari in tutti i suoi punti, anche su quello che alla vigilia poteva essere l’incognita: la posizione degli Stati Uniti sul delicato, delicatissimo tema della tutela ambientale, che aveva già visto la rottura degli Usa con gli altri Grandi sugli accordi di Parigi. E invece, come ha garantito a più riprese Graziano Delrio, il via libera alla Dichiarazione è arrivato “all’unanimità e senza stress”. Per questo il ministro, in conferenza stampa al termine del vertice cagliaritano, ha parlato di “un risultato straordinario, un’unità di intenti raggiunta che porta soddisfazione”.
Nel documento, che porta la firma di Delrio, del canadese Garneau, del tedesco Dobrindt (che al suo arrivo al vertice ha dimostrato l’interesse più di tutti a un dialogo con l’Italia), del giapponese Ishii, del britannico Grayling, della statunitense Chao e dal francese Poupard (al posto dell’assente ministro Borne), particolare attenzione viene riservata alla selezione dei progetti su una corretta analisi dei costi e dei benefici, garantendo soprattutto i secondi che siano di valore aggiunto e agevolando la partecipazione e il coinvolgimento nelle differenti fasi decisionali di stakeholder e comunità locali. E’ poi previsto l’avvio di un gruppo di lavoro sullo sviluppo delle infrastrutture per lo scambio di best practice sulla pianificazione, il finanziamento e l’implementazione di progetti strutturali.
Infine, viene riaffermato l’impegno ad identificare e rimuovere potenziali barriere all’introduzione delle tecnologie per la guida automatica e connessa nei sistemi di regolazioni esistenti, sia a livello internazionale che nei singoli Paesi. Questo, precisa ancora il documento, riconoscendo il valore strategico dell’investimento tecnologico in termini di sicurezza, riduzione delle emissioni e ottimizzazione dell’utilizzo delle reti stradali.
“Nella dichiarazione ribadiamo la necessità di produrre crescita e redistribuire opportunità alle persone. Le infrastrutture rappresentano una straordinaria risorsa per combattere la povertà e l’esclusione sociale”, ha spiegato Delrio durante l’incontro con la stampa. Per questo “abbiamo cercato di condividere l’importanza delle infrastrutture non solo come miglioramento delle connessioni, ma anche della vita complessiva della nostra società”.
“Devono essere quindi infrastrutture ben pianificate – ha proseguito il ministro – che promuovano un partenariato con le risorse private”. E nell’eventualità che i costi-benefici non siano attraenti per i privati, “le infrastrutture non fruttifere devono rimanere all’interno di una pianificazione tra autorità locali e nazionali. E’ facile costruire una metropolitana a Milano con fondi privati e pubblici, ma non a Cagliari perché c’è un ritorno economico completamente diverso”, ha aggiunto il ministro.
Per Delrio c’è anche di più, perché la Dichiarazione “ha in sé elementi di futuro e di presente. Futuro perché abbiamo affrontato il tema della guida automatica, che avrà una grande espansione. Presente perché oggi le persone hanno problemi di accessibilità”. Proprio sull’accessibilità ha posto l’accento: “Le connessioni importanti per lo sviluppo e per le opportunità che potranno essere offerte alle generazioni che verranno. Serve quindi una programmazione e una forte volontà politica che oggi, con la Dichiarazione, è stata riaffermata”, ha ribadito con forza Delrio.
Proprio la voglia di mostrare la volontà politica del governo sul fronte delle infrastrutture è stata una delle leve che ha portato il Mit a scegliere la Sardegna come sede dell’importante vertice. Un po’ per contrapporre i concetti di connessione e isolamento dei territori, un po’ perché per l’isola l’esecutivo si sta muovendo in maniera concreta. Lo ha fatto il ministro Delrio al tavolo del G7 e con la commissaria Bulc, ponendo l’accento sul tema dell’insularità e della non continuità territoriale, parlando con il governatore Pigliaru (che per la prima volta si è mosso con i rappresentanti di Corsica e Baleari) anche del tema degli aiuti di Stato da rivedere in sede Europa. Ma Delrio lo ha fatto anche ricordando come il governo “abbia mandato un segnale scegliendo Cagliari. Ma è un segnale di un impegno già preso con la Regione”.
Dal governo, ha infatti ricordato Delrio, è arrivata una “politica concreta che porterà ad esempio ai prezzi fermi dei biglietti aerei per 5 milioni di posti. Inoltre, abbiamo sbloccato investimenti per 400 milioni di euro per le infrastrutture delle linee regionali ferroviarie”. Un comparto, ha ammesso il ministro “dove abbiamo investito troppo poco negli anni. Ma serve pazienza, perché stiamo lavorando e stiamo cercando di recuperare il gap in una regione dove ammetto ci sono delle difficoltà. Ma ci sono anche – ha concluso – tempi certi per il recupero di questo gap”.