Mentre leggete questa notizia sette donne in Brasile subiscono qualche forma di violenza fisica, un fenomeno preoccupante che l’applicazione Femitaxi mira a ridurre con un servizio navetta gestito da donne ed esclusivamente per il pubblico femminile.
Si chiama Femitaxi, infatti, l’app per il trasporto pubblico tutto al femminile. In Brasile, in due mesi, è stata scaricata 10 mila volte.
Un successo che presto sarà bissato in altre città: dopo San Paolo e Belo Horizonte, quest’anno toccherà a Rio de Janeiro, Recife e Porto Alegre. L’idea è di Charles-Henry Calfat, giovane imprenditore che si è limitato in realtà a prendere atto di una domanda crescente.
Sempre più donne denunciano infatti di sentirsi a disagio per gli sguardi indiscreti attraverso lo specchietto retrovisore o le richieste esplicite da parte degli autisti, non solo di numeri telefonici.
Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano ‘Folha de S. Paulo’, nella metropoli brasiliana una donna su tre dice di aver subito molestie su un mezzo di trasporto pubblico. Un problema che l’app prova a contrastare, indirizzando i clienti a una delle 250 tassiste registrate. Come Priscila Galante, convinta che il problema sia culturale e sociale insieme: “Il Brasile è sessista”.
Femitaxi è stato creato nel dicembre 2016 e nasce dai commenti di “diversi amici che hanno sottolineato come qualche tassista non aveva un comportamento professionale corretto”, ha raccontato il suo fondatore, Charles-Henry Calfat.
Rafaela Vanin, 24 anni, è una studente di economia aziendale e utilizza l’applicazione circa tre volte a settimana.
“Ci sentiamo veramente molto più sicure, viaggiare con una donna e molto più comodo”, ha detto nel corso di uno dei servizi del centro di San Paolo, la più grande città del Brasile. La giovane ricorda diverse esperienze negative in passato, che le hanno causato una istintiva “paura” nel prendere un taxi, al punto che lo evitava ‘automaticamente’.