Dal 4 novembre 2020 su tutti i dispositivi mobili, pc, tablet e smartphone, la rete ad accesso libero del Comune di Bologna comparirà col suo nuovo nome: BolognaWiFi. Nata nel 2006 e prima rete in Italia ad accesso libero, Iperbole Wireless, cambia nome nell’ottica della semplificazione per essere maggiormente riconoscibile da parte di cittadini e turisti. Così il Comune si allinea alle altre grandi amministrazioni italiane che hanno inserito il nome della città nella rete WiFi pubblica. Per gli utenti non cambia nulla: il WiFi pubblico conserva le caratteristiche che lo contraddistinguono da sempre: la rete WiFi è completamente libera, non richiede alcuna autenticazione e non pone limiti di utilizzo né in termini di tempo né di banda. È sufficiente selezionare tra le reti disponibili “BolognaWiFi” per iniziare a navigare.
Iperbole Wireless è nata nel 2006 da una prima sperimentazione nella zona di Piazza Maggiore, Sala Borsa e Palazzo d’Accursio. È stata la prima rete in Italia ad accesso libero: ha infatti eliminato il sistema di autenticazione solo un paio di giorni dopo l’entrata in vigore del cosiddetto “decreto del fare”, nel luglio 2013, che liberalizzò l’accesso al WiFi pubblico. Oggi conta più di 300 access point che erogano il servizio in 83 aree della città. Tra queste, parchi, biblioteche, musei, piazze, sedi comunali, e aree di interesse come l’autostazione, la Cineteca, il Mercato Sonato, la Velostazione.
Gli access point WiFi sono collegati alla rete in fibra ottica della pubblica amministrazione (la Metropolitan Area Network gestita da “Lepida Spa”), che garantisce altissime prestazioni in termini di velocità di navigazione e banda disponibile.
La rete, in continua evoluzione ed espansione, è largamente utilizzata da cittadini, turisti e studenti. Ogni giorno in media registra dai 2.000 ai 3.000 dispositivi collegati contemporaneamente, per un traffico che si aggira intorno ai 400Mbit/s.
Fonte: Comune di Bologna