Una notte in strada con i clochard e gli operatori che ogni sera portano loro una coperta o una bevanda calda, è la scelta fatta dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha deciso di “accertarmi di persona di cosa facciamo come città per i senza dimora, visto anche il brusco abbassamento della temperatura”. Un giro sotto i portici che Lepore ha poi raccontato sui social e a margine di una conferenza stampa in Comune.
“Era importante per me come sindaco andare in strada, spiega Lepore ai cronisti, insieme agli operatori che lavorano da anni con i servizi pubblici e le realtà del sociale”. A Bologna, ricorda il Sindaco, sono disponibili 550 posti letto nei dormitori, e “con tante persone ospitate ogni sera: siamo sempre pieni. Ma ci sono anche una 90ina di persone che vogliono rimanere in strada a dormire, al freddo- racconta Lepore- una ventina di loro sono dentro a un giro di incontri per convincerli a entrare nei dormitori, ma ci sono anche tanti irriducibili”.
Il sindaco sottolinea che “sono tanti i cittadini che ci segnalano queste persone in strada. Ed è importante che lo facciano, perchè queste persone sono fragili. Hanno contesti familiari tragici e se scelgono di rimanere in strada non è per dare fastidio alla comunità, ma perchè hanno una situazione psicologica ed economica seria. Noi ci dobbiamo prendere cura di loro e credo che Bologna in questo sia una città preparata anche dal punto di vista professionale, ed era giusto raccontarlo”.
La visita ai clochard, continua Lepore, “è un modo per comunicare che Bologna è l’unica grande città con un servizio pubblico impegnato insieme al terzo settore, da anni, con risorse pubbliche che servono non solo a togliere queste persone dalla strada, ma a ricostruire anche un’autonomia e un inserimento lavorativo”. E aggiunge: “Volevo capire fino in fondo come ci prendiamo cura di loro per rispondere a domande anche semplici, ma che ci fate in molti: perché nonostante i dormitori a disposizione queste persone decidono comunque di dormire in strada, con questo freddo? Chi sono? Perché vivono così? Mi ha accompagnato chi aiuta queste persone ad attraversare il confine invisibile dell’emarginazione, a volte riuscendo a indirizzarli in un percorso o semplicemente ad offrire un posto caldo per la notte, provando e riprovando ancora. Ne è nato un piccolo reportage, dove potrete vedere alcune delle risposte che ho trovato anche io”.