«Siamo tutti costretti a misurarci con una quotidianità in continua evoluzione. Dobbiamo imparare ad essere flessibili e pronti a trovare, in tempi rapidi, risposte adeguate».
Così il prefetto di Bari Antonia Bellomo, intervistata dalla Gazzetta di Bari, illustra la situazione affrontando tra i tanti temi condizionati dalla pandemia Covid-19 quello del rischio infiltrazioni nel tessuto economico-produttivo da parte della criminalità organizzata, allettata dalle sovvenzioni ai settori in crisi legate al Recovery Fund.
«Siamo consapevoli del fatto che potranno esserci tentativi di accedere illecitamente alle misure di sostegno all’economia», per questo «il nostro monitoraggio è costante, lo screening delle società che si stanno mettendo in fila per accedere alle sovvenzioni non trascurerà nessun tipo di verifica» ed «eventuali tentativi di approfittare del momento da parte di società sospette non ci coglieranno di sorpresa», assicura il prefetto Bellomo.
L’attenzione è molto alta anche sul fronte del rischio usura e riciclaggio. «Il timore che la criminalità organizzata stia già tentando di accreditarsi presso gli imprenditori in crisi di liquidità per imporre il ricorso a forme di welfare mediante misure di sostegno finanziario, nell’ottica di salvaguardare la continuità aziendale e di subentrare poi negli asset proprietari o di controllo è reale», ma le unità investigative di Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza «sono al lavoro già da tempo su questo fronte» così come «stiamo lavorando alla semplificazione amministrativa dei rapporti tra amministrazioni e imprese» per ridurre possibili passaggi burocratici farraginosi che possano di fatto favorire l’ingresso di realtà e capitali opachi.
Più in generale, rispetto agli effetti della pandemia sul territorio della provincia, c’è stato finora «grande senso di responsabilità da parte dei sindaci», che comunque non sono stati lasciati da soli a gestire una situazione senza precedenti, afferma il prefetto, ricordando anche l’importante ruolo del’Associazione nazionale comuni italiani (Anci).
Per quanto riguarda infine i controlli sul rispetto delle misure di contenimento del contagio – 651.L364 persone controllate e 15.413 sanzionate nei 41 comuni della città metropolitana nel 2020, dall’inizio del primo lockdown – i controlli proseguiranno rigorosi ma «molto è legato al senso di responsabilità individuale. Chi ignora le regole del distanziamento e le precauzione sanitarie dovrebbe guardare con attenzione e riflettere su quello che continua ad accadere ogni giorno nei reparti Covid e nelle terapie intensive dei nostri ospedali».
Tra i temi affrontati c’è anche quello del coordinamento, affidato ai prefetti, tra esigenze e vincoli del trasporto pubblico locale e dei dirigenti scolastici, che devono armonizzare orari di entrata e uscita di allievi, insegnanti e personale amministrativo. Il tutto in vista della ripresa della didattica in presenza inizialmente prevista per il 7 gennaio e ora in attesa – quanto alla o alle date – delle nuove indicazioni da parte del ministero della Salute, in base alle quali sarà rimodulato il documento operativo della prefettura.
Fonte: Viminale