Ieri l’Anci ha illustrato nel dettaglio tutti i progetti e lo schema delle risorse del Bando periferie. L’Associazione nazionale Comuni italiani chiede al Governo capacità di programmare, progettare e investire per pianificare e rendere esecutivi gli interventi pubblici sul territorio in relazione alle risorse e i progetti del Bando.
I principi ispiratori e gli obiettivi da raggiungere sono gli stessi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con le 17 azioni per il clima, la sostenibilità ambientale, l’efficienza energetica, l’inclusione sociale, l’innovazione tecnologica, l’ottimizzazione delle risorse idriche, l’educazione di qualità, la lotta alla povertà, la sicurezza, la trasformazione digitale, il diritto alla casa, i diritti civili, l’energia pulita, la riduzione dell’inquinamento, il trattamento intelligente dei rifiuti, una migliore qualità della vita, la messa in sicurezza del territorio, il recupero degli spazi degradati, la mobilità sostenibile e molto altro.
Un’esperienza che “Può diventare un modello di buona pratica nella realizzazione degli interventi pubblici e nell’utilizzo efficiente della spesa, ma questi finanziamenti devono diventare strutturali”, ha affermato il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra, incontrando nella sala conferenze dell’Anci a Roma i 120 responsabili dei progetti finanziati attraverso il Bando, alla presenza del segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Paolo Aquilanti, del vice segretario generale Anci, Stefania Dota, del responsabile finanza locale Anci, Andrea Ferri, e del responsabile Area Studi e ricerche Anci, Paolo Testa.
“I progetti presentati – ha spiegato Stefania Dota – per un valore complessivo di quasi 4 miliardi di euro, tendono a individuare le potenzialità dei territori urbani di riferimento, a rafforzare la mixité sociale e a rispettare l’ambiente, mettendo in atto i princìpi del costruire sostenibile e della riduzione di consumo di suolo”.
La ripartizione dei progetti per ambito di intervento, è stata illustrata da Paolo Testa, mettendo in luce la diversificazione delle azioni che si concentrano in via prioritaria sulle aree dismesse, gli spazi pubblici, la mobilità e la casa ma guardano anche al welfare, allo sport, alla sicurezza e alla resilienza. Complessivamente, il 15% delle risorse e delle azioni è rappresentato dal recupero delle aree urbane dismesse, il 12% da progetti per la mobilità sostenibile e alternativa, un altro 12% per la casa, l’8% per lo sviluppo, 6% inclusione sociale, 5% aree verdi, 5% piste ciclabili, 4% resilienza, 2% ICT, 1% sicurezza.
I cittadini coinvolti dai progetti sono quasi 23 milioni su 445 Comuni e 13 Città Metropolitane. Gli interventi pianificati sono 2.177, per un totale di oltre 3,8 miliardi di euro, di cui il 74% investimento pubblico e il restante privato.