Portualità, logistica, sanità, ambiente, con le connesse procedure autorizzative, demanio con tutta la vicenda delle spiagge e della direttiva Bolkestein, comunicazione e il sostegno all’informazione regionale che spesso svolge un servizio pubblico e poi sviluppo economico, commercio con l’estero e ricerca nella tecnologia. Sono questi i temi che il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti ha presentato ufficialmente quest’oggi al sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianclaudio Bressa e che sono entrati a far parte del negoziato col Governo per il riconoscimento alla Regione Liguria di forme di autonomia ai sensi dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione.
Dopo il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna, dunque, anche il Piemonte e la Liguria salgono in extremis sul treno delle regioni che rincorrono l’autonomia differenziata. E così, a meno di sessanta giorni dal voto delle politiche, l’intero nord si presenta compatto a spingere affinché il sistema delle competenze regionali venga ridisegnato. Un processo che, va ricordato, senza una legge statale resterà solo fermo ad una pre-intesa fra il Governo e le regioni ma che delega, fin da ora, il nuovo Parlamento ad affrontare questo tema fra le priorità.
Aumentano così le regioni in trattativa con il governo centrale «per il riconoscimento di forme e condizioni particolari di autonomia», ai sensi dell’art. 116 della Costituzione, all’interno di due elenchi: le 20 «competenze concorrenti» fra Stato e territori, dal commercio con l’estero, alla ricerca, passando per professioni ed energia solo per fare qualche esempio, e tre «competenze esclusive» dello Stato, cioè giustizia di pace, istruzione e tutela dell’ambiente.