“Le norme stringenti sulla sicurezza rischiano di far sparire eventi e sagre di paese. La sicurezza dei cittadini è il pensiero fisso di noi Sindaci e siamo pienamente consapevoli che, dopo i fatti accaduti l’anno scorso a Torino, occorre organizzarsi in maniera tale che gli eventi che si programmano e progettano nei nostri territori garantiscano, prima di tutto, l’incolumità delle nostre comunità. Credo che sia opportuno fare una riflessione seria e proficua sulla pianificazione di questi eventi e occorre individuare delle specifiche, per non correre il rischio di buttare a mare le innumerevoli iniziative che offre il nostro territorio”. Lo scrive Federico Gori, coordinatore dei piccoli Comuni dell’Anci Umbria, il quale manifesta preoccupazione sui costi da sostenere: la formazione del personale da parte degli organizzatori (Pro Loco o piccolo Comune), come il caso della formazione per addetti antincendio e degli addetti alla vigilanza (steward) è elevato; esiste poi, l’impossibilità concreta proprio nei piccoli Comuni, di utilizzare risorse interne a causa della scarsità di personale. Inoltre, incaricare un professionista esterno aumenta a dismisura il costo dell’evento.
Gori sottolinea che tutti gli eventi non possono essere trattati alla stessa stregua. Una rievocazione storica, ad esempio, non è uguale a un concerto, la sagra non è una processione. “Occorre adeguare la normativa anche secondo la dimensione del Comune, la tipicità dell’evento e l’impatto che esso può produrre – dice – Non è la stessa cosa se si svolge su un piccolo borgo o in una città, in periferia o in una piccola frazione. Su un tema di questa rilevanza i Comuni non possono essere lasciati soli perché, in molte circostanze, non hanno le risorse e l’organizzazione sufficiente per rispettare la recente circolare sulla ‘safety’ e la ‘security’”.
L’Anci Umbria, annuncia Gori, porrà tale questione in sede nazionale affinché al nuovo Governo sia fatto presente che l’applicazione delle normative vigenti comporta maggiori costi e difficoltà organizzative a carico di Pro Loco, Comuni o società private. “I Comuni da soli – aggiunge – rischiano di non farcela. Sul piano più strettamente operativo la struttura di Anci Umbria si sta già muovendo con la Regione Umbria per cercare di sostenere e assistere i nostri Comuni, ma, soprattutto, si stanno elaborando proposte affinché si rendano più semplici e meno burocratici i procedimenti ai quali i Comuni si devono attenere. Siamo davvero preoccupati – conclude – della poca sensibilità e della scarsa conoscenza dell’attività dei nostri piccoli Comuni ingiustamente parificati alle metropoli. ‘Irrigidire’ le nostre manifestazioni equivarrebbe a un lento ed inesorabile colpo al cuore delle nostre comunità”.