“Palermo e la Sicilia sono pronte a ospitare i rifugiati afghani, perché da tempo la mia terra ha fatto dell’accoglienza una bandiera, dimostrando che l’integrazione non soltanto è possibile ma anche conveniente. Credo che potremo portare avanti una grande operazione di ripopolamento dei borghi abbandonati, paesi interi che si sono svuotati e che rischiano di sparire. E potremo utilizzare nel settore turistico le competenze di chi arriva: penso a quelle linguistiche”, lo afferma Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia e Sindaco di Palermo a Repubblica. “Ho consegnato una prima lista e so che le prime cinque o sei persone che abbiamo segnalato sono già in aeroporto, in questa prima fase dobbiamo mettere in salvo i bersagli”, parlando della sua iniziativa per portare i profughi afgani in Sicilia.
“Credo che le strutture degli Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) possano essere una prima soluzione. Ma, nell’attesa che si definiscano le procedure burocratiche, potremo contare sul grande cuore di Palermo e sulle tante realtà attive sul territorio, dalla Caritas alla Comunità di Sant’Egidio. In una seconda fase, però, sarà importante anche un aiuto economico e gestionale da parte del Governo: i Comuni sono in bancarotta. Una cosa è certa: Palermo non si tira indietro. Questa è un’opportunità anche per noi. Il Sindaco pensa a un “futuro di integrazione. E di lavoro, nelle città e nelle campagne, nei paesi dove le case degli emigrati sono rimaste vuote e si vendono a un euro. Bisogna sapere di cosa si parla e non prestare il fianco a inutili e pericolose istigazioni all’odio”. Si punterà “sul lavoro nelle campagne, per esempio. Anni fa la Chiesa valdese fece un corridoio con la Siria e molti siriani si stabilirono sulle Madonie a lavorare la terra: sono esperienze già sperimentate e con successo. C’è il lavoro e ci sono le case: ci sono cittadine fantasma che hanno bisogno di tornare vive”.