«Apprezziamo un decreto in cui, finalmente, si parla solamente del sisma del Centro Italia. Ma vogliamo essere chiari: questa è l’ultima occasione per fare in modo che parta davvero la ricostruzione, che altrimenti rimarrà solo elemento di polemica tra le forze politiche. Qui ci sono i sindaci che vogliono osare, il Parlamento osi insieme a loro». Lo ha detto Maurizio Mangialardi, presidente di Anci Marche e coordinatore nazionale dei presidenti delle Anci regionali, nel corso dell’audizione presso la Commissione ambiente della Camera sul Secreto Sisma. Presenti una delegazione dei Sindaci dei Comuni del Centro Italia colpiti dal terremoto, nonché il capo della Protezione Civile, Borrelli, il commissario straordinario, Farabollini, il capo dipartimento casa Italia, Curcio, i presidenti delle commissioni dei consigli delle Regioni interessate (Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio), i rappresentanti dei comitati, l’Upi e l’Ancpi.
Mangialardi ha inoltre spiegato che occorre intervenire sul personale impiegato negli uffici che si occupano di ricostruzione, prorogando oltre i 36 mesi i contratti in essere. Altra proroga serve alla fase emergenziale «che chiediamo sia estesa fino al 2024». E ha poi chiesto «che vengano assegnati i segretari comunali anche ai piccoli Comuni del cratere» insieme a «norme più semplici su ricostruzione pubblica e privata, magari ripetendo lo schema efficace seguito col Ponte Morandi di Genova». Il presidente di Anci Marche non neppure trascurato il tema cruciale della ripresa socio – economica dei territori che, a suo dire, devono diventare “zone franche e zone economiche speciali, altrimenti ricostruiremo solo bei presepi senza vita».
Fra gli interventi, particolarmente rilevante quello del Sindaco di Camerino, Sandro Sborgia, che ha presentato un documento con una serie di considerazioni e proposte di modifica al Decreto, fra le quali la cancellazione del vincolo che obbliga a ricostruire gli edifici pubblici, come ad esempio le scuole, nella stessa area dove sorgevano prima di essere distrutti dal sisma, impedendo il cambio di destinazione d’uso. Come anche quella di rivedere la questione dell’autocertificazione da parte dei tecnici che, se lasciata così, secondo Sborgia non andrebbe a snellire le pratiche per la ricostruzione, ma bloccherebbe i lavori in caso di controlli. Inoltre, nessun tecnico vorrebbe assumersi una responsabilità tale per un tempo indefinito, pertanto «abbiamo proposto di stabilire un limite temporale. Bene invece per l’estensione degli sgravi fiscali “Resto al Sud” ai Comuni del cratere (incentivi per gli imprenditori under 45) – spiega il sindaco di Camerino – alla stessa maniera si potrebbero estendere anche gli sgravi previsti per gli anziani pari al 7% sulle tasse per i primi 5 anni».
Sborgia ha ripreso pure l’idea di creare nelle aree del cratere una zona economica speciale (ZES) che consenta agli imprenditori di investire senza pagare le tasse per 20 anni. «Questo – ha affermato – produrrebbe il rilancio economico di cui le nostre terre hanno tanto bisogno». Una proposta che però deve trovare il sostegno della Commissione Europea per essere attuata. Infine, il Sindaco di Camerino ha toccato la questione forse più delicata: la ricostruzione del tessuto sociale delle zone colpite, perché nelle popolazioni coinvolte si è diffuso un sentimento di abbandono e molti se ne sono andati. In particolare fra gli anziani , i più deboli e bisognosi di cure. E ha concluso: “Lo spopolamento dei Comuni flagellati dal sisma, già in atto prima del terremoto, si è accentuato molto dopo le scosse: solo a Camerino sono stati persi 100 abitanti in un solo anno”.