“Il decreto terremoto diventato legge, grazie all’azione dell’Anci, contiene diversi aspetti positivi. Permangono punti di debolezza, a partire dal tema delle opere pubbliche, che chiediamo di recuperare nella legge di stabilità o in alternativa nel Milleproroghe”. E’ quanto dichiarano il sindaco di Senigallia e coordinatore nazionale delle Anci regionali, Maurizio Mangialardi, e i presidenti delle Anci regionali di Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, assieme ai sindaci di Amatrice, Arquata del Tronto, Norcia e Teramo, membri del comitato di coordinamento nazionale Sisma dell’Anci, riuniti nei giorni scorsi a San Benedetto del Tronto per valutare i contenuti della nuova Legge e le iniziative conseguenti.
“Abbiamo ottenuto miglioramenti con le norme che riguardano le Centrali Uniche di Committenza, la maggiorazione dei contributi in caso di demolizione e ricostruzione di strutture con murature di grande spessore, le ulteriori unità di personale, le proroghe di mutui, tributi e busta pesante. Il testo indica anche – sottolineano anche i componenti del Comitato – alcuni percorsi per il superamento delle problematiche relative alla ricostruzione di edifici demoliti o da demolire, sebbene questo sia un tema che richiederebbe ulteriori elementi di semplificazione, considerato che le procedure indicate comportano tempi non compatibili con le necessità delle popolazioni colpite. Tuttavia restano delle criticità rispetto ai segretari comunali, alla proroga dei contratti oltre i 36 mesi per il personale assunto a tempo determinato, alle semplificazioni al Codice dei contratti in merito agli affidamenti di lavori sottosoglia comunitaria, necessarie per sbloccare i milioni di euro di opere pubbliche, così come per l’introduzione di procedure per il controllo degli stati di avanzamento lavori e del pagamento alle imprese, oltre che ultimo ma non in termini di importanza, dell’introduzione della Zona Economica Speciale, necessaria a dare a famiglie ed imprese una prospettiva di vita nei nostri territori nel tentativo di evitare lo spettro della desertificazione sociale ed economica, che auspichiamo vengano risolte nel primo provvedimento normativo utile”.
Il testo indica anche alcuni percorsi per il superamento delle problematiche relative alla ricostruzione di edifici demoliti o da demolire (modifica della sagoma). E’ questo un tema che avrebbe avuto bisogno di ulteriori elementi di semplificazione, poiché le procedure indicate in generale comportano tempi non compatibili con le necessità delle popolazioni colpite: così per i segretari comunali, la proroga dei contratti oltre i 36 mesi per il personale a tempo determinato, le semplificazioni al Codice dei contratti in merito agli affidamenti di lavori sottosoglia comunitaria per sbloccare i milioni di euro di opere pubbliche, l’introduzione di procedure per il controllo dei SAL ed il pagamento alle imprese, non ultimo, l’introduzione della Zona Economica Speciale nel tentativo di evitare lo spettro dello spopolamento dei territori.
La discussione a San Benedetto del Tronto ha riportato poi l’accento anche su altri problemi rimasti fuori dal testo, non di diretta competenza dei Comuni: il personale per le Soprintendenze, la ricostruzione dei beni culturali ed ecclesiastici, il tema dei beni coperti da assicurazione, e l’integrazione delle attività professionali ad oggi escluse dai sostegni economici: “Su questi temi, – rimarcano i Sindaci – chiediamo ancora al Governo di comprendere che nuove norme in deroga alla disciplina vigente che non riconoscano il carattere dell’eccezionalità alle soluzioni, servono davvero a poco. Occorre coraggio. Chiediamo quindi di avere subito un nuovo incontro con il Governo al fine di verificare l’introduzione di questi temi nella manovra e nel Milleproroghe già all’attenzione del Parlamento. Il 16 gennaio promuoveremo in Campidoglio un incontro tra Governo e sindaci del cratere. Saremo presenti con i nostri amministratori e gonfaloni – concludono Mangialardi e i componenti del Comitato sisma – per un’iniziativa che reclamerà ancora norme straordinarie per un’emergenza e ricostruzione tutt’altro che ordinaria, nel tentativo instancabile di restituire fiducia e speranza nel futuro alla nostra gente”.
Fonte Anci