Gli spartitraffico presenti lungo le strade da un lato salvano la vita agli automobilisti, ma mettono a rischio quella dei motociclisti. Per questo Anas sta lavorando ad una nuova barriera centrale di tipo continuo con un dispositivo per la tutela dei centauri, interamente progettata da un team di ingegneri dell’Anas. Il crash test è stato effettuato nel milanese, sulla pista di CSI (Gruppo IMQ), Centro di Certificazione e analisi comportamentale e ha dato esito positivo. Tutte le prove, propedeutiche all’ottenimento della marcatura CE, sono state superate con successo, in particolare l’ultima quando un mezzo pesante con un peso complessivo di 38 tonnellate è stato lanciato contro la barriera a una velocità di 65km/h con un angolo di impatto di 20 gradi confermando il corretto comportamento del dispositivo di ritenuta.
La barriera spartitraffico centrale potrà così risolvere il problema diffuso, riscontrato sulle strade esistenti, dell’installazione dei dispositivi di ritenuta in presenza di spazi ridotti. L’infrastruttura rappresenta un ulteriore passo avanti verso il completamento della gamma di barriere di sicurezza stradale di tipo continuo con profilo #salvamotociclisti che Anas sta realizzando per tutelare e proteggere tutti gli utenti, con particolare riferimento a quelli più vulnerabili. La barriera spartitraffico è stata ideata e progettata dal settore Barriere di Sicurezza, coordinato dall’ingegner Nicola Dinnella, della Direzione Operation e Coordinamento Territoriale Anas. La barriera H4STDSM di Anas è concepita, oltre che per limitare i danni agli occupanti dei veicoli leggeri e contenere i mezzi pesanti all’interno della sede stradale, anche per evitare danni gravi ai motociclisti attraverso l’introduzione di un dispositivo salva motociclisti (DSM) che, in caso di urto, evita il contatto diretto sui paletti e sui bordi taglienti della lama.
L’introduzione del Dispositivo #salvamotociclisti (DSM) rende il comportamento delle barriere Anas assimilabile a quello tipico delle barriere strutturalmente continue, al contrario delle barriere esistenti a nastri e paletti non protetti. La gamma delle barriere stradali Anas è stata testata al vero secondo la UNI EN 1317 parte 1 e 2 in campi prova certificati. Secondo l’elaborazione dei dati Aci-Istat relativi al primo semestre del 2018, è stato registrato un calo, rispetto allo stesso periodo del 2017, sia di incidenti stradali con lesioni (-3%), che di vittime (-8%) e feriti(-3%). Dal 1° gennaio al 30 giugno scorso, gli incidenti sono stati 82.942 (in media, 460 al giorno: 19 ogni ora), hanno causato 1.480 morti (8 al giorno: 1 ogni 3 ore) e 116.560 feriti (645 al giorno: 27 ogni ora).
Un andamento confortante in considerazione dell’incremento della mobilità sulle autostrade in concessione: +0,1% per i veicoli leggeri e +3,2% per quelli pesanti. Ed proprio in autostrada che è stato registrato il calo più consistente delle vittime: -15,7%. Diminuzioni significative anche su strade urbane (-8,3%) ed extraurbane (-7%). La diminuzione della mortalità registrata nel primo semestre 2018, riavvicina il dato nazionale all’obiettivo europeo di riduzione del 50% le vittime della strada entro il 2020. Un obiettivo che, però, appare difficile da raggiungere, anche se le vittime della strada sono calate del 25% rispetto al 2010 e del 55% rispetto al 2001. Occorre, tuttavia, tenere conto del fatto che l’analisi delle serie mensili degli ultimi 10 anni, elaborata da Aci, mostra che, nel secondo semestre dell’anno, il numero dei decessi è più elevato del 13% rispetto a quello del primo semestre, mentre l’aumento del numero di incidenti e feriti si attesta sul 4%. Dati determinati dalla maggiore circolazione e da un più elevato tasso di veicoli (in particolare motocicli) sulle strade durante la buona stagione.