Pubblicato l’aggiornamento delle opere pubbliche incompiute d’interesse nazionale. I dati rilevati mostrano una riduzione del numero delle opere incompiute passate, dal 2016 a oggi, da 752 a 647 (-14%), confermando una ripresa a completamento delle strutture stesse, già registrata lo scorso anno. Il Mit, le Regioni e le Provincie autonome, con la collaborazione istituzionale di Itaca, hanno inoltre prodotto risultati rilevanti sotto il profilo dell’indagine preliminare. Per ogni opera sono state segnalate la stazione appaltante, le risorse spese e quelle necessarie per il completamento, la percentuale di lavori compiuti e le cause rilevanti dell’interruzione.
Tra i motivi per la mancata conclusione delle opere, i più frequenti sono la mancanza di fondi, problemi tecnici, sopravvenute norme tecniche o disposizioni di legge, fallimento, liquidazione coatta e concordato preventivo dell’impresa appaltatrice, risoluzione del contratto o recesso, mancato interesse al completamento da parte della stazione appaltante, dell’ente aggiudicatore o di altro soggetto aggiudicatore.
Nel quadro d’insieme le uniche due regioni che hanno avuto un incremento del numero delle opere incompiute sono state la Campania e la Sicilia. Quest’ultima ha 162 opere incompiute, un dato pari al 25% di quello complessivo nazionale: un quarto delle opere incompiute si trova infatti nei territori siciliani con un importo di quasi 500 milioni di euro, una cifra inferiore soltanto a quella delle opere di competenza del Mit, pari a circa 1.865 milioni di euro.
Con il nuovo Codice Appalti ogni Amministrazione pubblica in fase di predisposizione dei piani triennali degli investimenti deve effettuare la ricognizione delle opere incompiute. Le Amministrazioni non potranno tuttavia limitarsi a fornire l’elenco dei lavori sospesi, ma dovranno effettuare i necessari approfondimenti per valutare se convenga completarli, riutilizzare le strutture in forma ridimensionata, dare alle stesse una nuova destinazione d’uso, cederle a fronte di un corrispettivo da utilizzare per realizzarne altre, oppure demolirle qualora venisse meno l’interesse pubblico.
L’aggiornamento delle opere incompiute di competenza, rispettivamente, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e delle Regioni e delle Provincie Autonome, è realizzato ai sensi del Decreto ministeriale del 13 marzo 2013, n. 42 disciplinante il “Regolamento recante modalità di redazione dell’elenco anagrafe delle opere pubbliche incompiute, di cui all’art. 44 bis del DL 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214”.