Negli ultimi anni sono stati avvistati molti delfini nel cuore del Delta del Po, il sistema di diramazioni fluviali attraverso cui il corso d’acqua più lungo d’Italia sfocia nel Mare Adriatico. Da un attento monitoraggio e dalla costante attività di osservazione è nata un’intesa che salvaguarderà anche le attività di pesca e acquacoltura. L’iniziativa prevede la creazione di un’area marina in cui istituire un Sito di interesse comunitario (Sic) per la tutela delle due specie protette, anche per scongiurare l’avvio di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea che ritiene insufficienti le aree Sic realizzate finora dal nostro Paese. L’accordo comporta la contestuale definizione delle misure di conservazione delle specie da salvaguardare e la garanzia di non applicazione generalizzata in tutta la zona interessata dai divieti di pesca previsti dalle norme comunitarie.
La proposta unitaria, che dovrà delimitare i confini del Sic marino e definirne le regole per la pesca, verrà presentata oggi, 7 febbraio, in via preliminare da parte delle tre Regioni del Distretto al Ministero dell’Ambiente, per essere poi formalizzata entro la fine del mese. Sulla base del lavoro dei tecnici delle regioni interessate e dei dati scientifici a disposizione, che evidenziano un notevole incremento della presenza di delfini e tartarughe marine, l’ipotesi di delimitazione dell’area di tutela dovrebbe comprendere una porzione già sottoposta a vincoli di vario tipo, oltre a una fascia ristretta localizzata tra le 6 e le 12 miglia marine dalla costa romagnola e veneta. Per il Friuli resta da definire un’area Zps (Zona di protezione speciale) sotto costa per la salvaguardia degli uccelli migratori, in particolare degli anatidi.