Dalla ‘Relazione del ministro della Salute sull’attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza’, trasmessa al Parlamento con i dati relativi al 2014 e 2015, emerge che i medici obiettori di coscienza sono in aumento, ma è in calo sia il numero degli interventi effettuati che i tempi di attesa.
Si legge infatti nella Relazione che, dal 2006 al 2014, gli aborti sono diminuiti come numero, ma i ginecologi obiettori sono aumentati, dal 69,2% al 70,7%. La percentuale di donne che aspetta meno di due settimane fra rilascio del certificato e intervento è aumentata, dal 56,7% al 64,8%, il che significa che il servizio di interruzione volontaria di gravidanza è migliorato. Al tempo stesso, diminuisce la percentuale di donne (dal 12,4% al 9,2%) che aspetta da 22 a 28 giorni.
Per quanto riguarda le Regioni, si legge che nel Lazio “gli obiettori in otto anni sono aumentati dal 77,7% al 78,2% e i tempi di attesa diminuiti. In Umbria e Marche, gli obiettori diminuiscono e i tempi di attesa aumentano. In particolare nelle Marche gli obiettori passano dal 78,4% al 70,1%, le donne che aspettano ‘poco’ diminuiscono dal 73,9% al 70,6%, e quelle che aspettano ‘molto’ aumentano dal 5,6% al 7,7%, cioè peggiorano nonostante la diminuzione degli obiettori”.
Nel Veneto la situazione è ancora diversa: diminuiscono gli obiettori (dal 79,1% al 77%) e anche i tempi di attesa.
“Da questi esempi – si legge nella Relazione – si vede che non c’è correlazione fra numero di obiettori e tempi di attesa: le modalità di applicazione della legge dipendono sostanzialmente dall’organizzazione regionale, risultato complessivo di tanti contributi che, naturalmente, variano da regione e regione (e probabilmente anche all’interno della stessa regione). Ricordiamo che, già ad oggi, è possibile per l’organizzazione sanitaria regionale attuare sia forme di mobilità del personale sia forme di reclutamento differenziato”. Infine, “valutando le Ivg settimanali a carico di ciascun ginecologo non obiettore, considerando 44 settimane lavorative in un anno, a livello nazionale ogni non obiettore ne effettua 1,6 a settimana, un valore medio fra il minimo di 0,4 della Valle d’Aosta e il massimo di 4,7 del Molise”.