Non tutti sanno che nel Medioevo il famoso Cannellino di Frascati divenne, per volere della Curia Papalina, l’unico vino utilizzabile per la Messa. La Bolla Papale che istituì questa regola nei territori dello Stato Pontificio di fatto creò il primo brand vinicolo al mondo. A questo primato ora se ne aggiunge un altro: sorgerà a 400 metri della cattedrale di Frascati quello che sarà il più grande vigneto urbano d’Italia. In pieno centro storico nel Comune del Parco dei Castelli Romani, Frascati appunto, che da’ il nome a un vino Docg noto in Italia e all’estero.
Il vigneto sarà destinato alla produzione di uve Frascati Superiore Docg, spiega l’enologo Lorenzo Costantini dell’azienda agricola Villa Simone.
Il progetto porterà al recupero di un terreno di 11 ettari al centro della cittadina castellana incolto e abbandonato da tempo. Nel 2006 l’area fu messa all’asta e dopo dieci anni di trafile burocratiche si ha ora il via libera all’impianto delle vigne, in un percorso che ha coinvolto il Comune di Frascati, il Parco dei Castelli Romani e la Regione Lazio.
“Possedere sul proprio territorio comunale – commenta il sindaco di Frascati Alessandro Spalletta – il più grande vigneto urbano d’Italia è un bel primato ma è anche una bella responsabilità. Frascati è da sempre un territorio vocato all’enologia. Sin dai tempi degli antichi romani, circa 2000 mila anni fa, il vino era un volano economico di queste terre e sul nostro territorio comunale, nella zona di Tor Vergata, è stato rinvenuto un edificio che i recenti studi hanno individuato essere stata una cantina sociale. La storia del Frascati è dunque grande, importante e famosa. E questo maxivigneto urbano dimostra che il futuro punta alla valorizzazione delle nostre vocazioni. Sarà bello e significativo ritrovare un pezzo di quel paesaggio antico, e sentire gli aromi al momento della vendemmia”.
“Il terreno attualmente incolto verrà piantumato – annuncia l’enologo – a gennaio, con la prima vendemmia a settembre 2020. La varietà prescelta – precisa Costantini – è un autoctono molto identitario del nostro territorio, la Malvasia del Lazio, capace di dare eleganza ai vini. Fu pressoché abbandonata perché di bassa resa ma, nonostante il basso potenziale produttivo, abbiamo deciso di puntare su questa uva nostrana perché evocativa e di grande raffinatezza. E finalmente il disciplinare di produzione ammette la produzione anche in purezza.
Il vigneto urbano, di cinque ettari circa, avrà una funzione didattica – sottolinea l’enologo – sia per i ragazzi che per gli altri viticoltori che qui potranno trovare tutti portainnesti e cloni di questa varietà autoctona che finora non ha avuto selezioni clonali, oltre alle differenti forme di potatura. Un nuovo percorso enoturistico per addetti ai lavori e appassionati”.
L’azienda agricola “Villa Simone” di Piero Costantini produce 120 mila bottiglie di cui la metà a denominazione controllata e garantita (Docg). Il resto è produzione Frascati Doc, con un 10%-15% rosso. Nelle annate favorevoli viene prodotto Cannellino, una microproduzione che ad esempio quest’anno è di 225 litri.