Più controllo sul territorio con 13 equipaggi delle Forze dell’ordine in aggiunta a quelli già operativi. E per la sicurezza di tutte le città è necessaria un’alleanza strategica tra Sindaci e Stato. Questo primo intervento sarà seguito presto da un “rafforzamento significativo” degli organici in servizio nel capoluogo toscano; il tutto reso possibile anche dalla copertura al 100 per cento del turn over. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Marco Minniti, dalla Prefettura del capoluogo toscano in occasione del nuovo Patto per Firenze sicura, firmato dal Sindaco, Dario Nardella, e dal Prefetto, Alessio Giuffrida.
Per quanto riguarda gli operatori attivi da ieri si tratta di 5 equipaggi della Polizia di Stato, 5 dei Carabinieri e 3 della Guardia di Finanza che controlleranno il territorio insieme ai colleghi già attivi nel capoluogo senza militarizzarlo. È questo, secondo il ministro, il “modello italiano” che, anche in un anno “difficilissimo, particolarmente delicato” sul fronte terrorismo come il 2017, ha consentito di salvaguardare le presenze turistiche garantendo al tempo stesso sicurezza e fruibilità della città.
Firenze, infatti, si legge nelle premesse dell’intesa, è la città italiana con la maggior concentrazione di musei nel centro storico, con un flusso giornaliero recentemente stimato di 650.000 city users. Il Patto prevede, tra le misure individuate, un piano di controllo coordinato del territorio, una cabina di regia, l’implementazione con nuove telecamere del sistema di videosorveglianza già esistente, la valorizzazione di progetti sperimentali di sicurezza “modellati” sulle richieste dei cittadini dei diversi quartieri, questo per stimolare la partecipazione civica e rendere più mirati ed efficaci gli interventi operativi.
Il controllo del territorio, in generale, rimane secondo il ministro “l’unica cosa” di fronte ad un rischio terrorismo definito “a prevedibilità zero che consente di fare un passo in avanti oltre alla capacità preventiva e all’intelligence”. Per controllare il territorio bisogna però conoscerlo, attuando interventi calibrati sulle diverse realtà sia per contrastare «la grande minaccia» del terrorismo sia la piccola criminalità urbana, che il ministro però non ha voluto definire microcriminalità, perché il termine può far pensare ad una sottovalutazione di questi reati. In quest’ottica è necessaria “un’alleanza strategica” tra Polizie locali e Forze dell’ordine nazionali, tra Sindaci e Stato, ha concluso Minniti.