Il Consiglio dei Ministri ha varato, con il Decreto-Legge 3 ottobre 2025, n. 146, misure urgenti per la gestione dei flussi migratori e, in particolare, per regolare l’ingresso dei lavoratori stranieri in Italia. Il decreto è entrato in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione, il 4 ottobre 2025.
Il provvedimento è motivato dalla straordinaria necessità e urgenza di intervenire sia per garantire un ingresso regolare, sia per contrastare il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in settori chiave, come l’agricoltura e, soprattutto, l’assistenza familiare o sociosanitaria per persone con disabilità o grandi anziani.
Semplificazione e nuove regole per badanti
Una delle novità più rilevanti riguarda l’ingresso di lavoratori domestici, settore ad alta richiesta nel Paese.
Fino a poco tempo fa, l’ingresso di badanti extra-UE era spesso vincolato a quote annuali, con un limite sperimentale di 10.000 ingressi extra-quota fissato per il 2025 per l’assistenza ad anziani over 80 e persone con disabilità.
Con questo nuovo decreto, il Governo intende superare i limiti temporali e numerici, ponendo stabilmente il reclutamento di personale per l’assistenza familiare o sociosanitaria al di fuori del meccanismo delle quote annuali del Decreto Flussi. L’obiettivo è creare un canale di ingresso più stabile e rapido per rispondere in modo strutturale all’emergenza demografica e alla crescente necessità di assistenza.
Tempi più chiari e verifiche più rigorose
Il decreto interviene anche sulla procedura generale per il nulla osta al lavoro subordinato, introducendo due modifiche chiave:
- Decorrenza dei Termini: i tempi per il rilascio del nulla osta non decorreranno più dalla “presentazione della richiesta” ma dalla “data di imputazione della richiesta alle quote di ingresso” (previste dal decreto flussi annuale o triennale). Questo mira a rendere più chiara la tempistica, legandola all’effettiva disponibilità di posti.
- Controlli Obbligatori sulla Veridicità: viene introdotto l’obbligo per le amministrazioni di effettuare controlli di veridicità sulle dichiarazioni fornite dal datore di lavoro o dall’ente promotore. Questo rigore è esteso non solo al lavoro subordinato, ma anche all’ingresso per volontariato, ricerca e lavoro altamente qualificato. L’inasprimento dei controlli mira a prevenire frodi e abusi, con la possibilità di decadenza dai benefici in caso di dichiarazioni mendaci.
In sintesi, il provvedimento cerca di bilanciare la necessità di facilitare l’ingresso regolare di manodopera specializzata (soprattutto nel settore assistenziale) con l’esigenza di rafforzare la legalità e la trasparenza delle procedure.