La vernice avrà luogo nei giorni 26 e 27 maggio, la cerimonia di premiazione si svolgerà, invece, il 28 maggio. Cinque i Paesi presenti per la prima volta: Filippine, Kazakistan, Nigeria, Seychelles e Yemen. Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini, sostenuto e promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Direzione generale Arte e Architettura contemporanee e periferie urbane, è stato affidato al team di Massimo Lepore, Raul Pantaleo e Simone Sfriso.
La Mostra si comporrà di un unico percorso espositivo dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale, includendo 88 partecipanti provenienti da 37 Paesi. Per l’architetto cileno, Alejandro Aravena, l’evento propone uno sguardo verso l’orizzonte alla ricerca di nuovi ambiti di azione, per affrontare temi quali la segregazione, le disuguaglianze, le periferie, l’accesso a strutture igienico-sanitarie, i disastri naturali, la carenza di alloggi, la migrazione, l’informalità, la criminalità, il traffico, lo spreco, l’inquinamento. Propone altresì di presentare degli esempi di sintesi delle diverse dimensioni, dove il dato pragmatico s’intreccia con quello esistenziale, la creatività con il buon senso. «Non è facile – ha detto Aravena in conferenza stampa – raggiungere un tale livello di espansione e sintesi; sono battaglie tutte da combattere. Il rischio sempre incombente di insufficienza dei mezzi, i vincoli spietati, la mancanza di tempo e le urgenze di ogni sorta rappresentano una costante minaccia e spiegano perché così spesso non riusciamo ad assicurare la qualità. Le forze che contribuiscono a dare forma all’ambiente costruito non sono poi necessariamente amichevoli: l’avidità e l’impazienza del capitale; o l’ottusità e il conservatorismo della burocrazia tendono a produrre ambienti banali, mediocri e monotoni. Sono queste le prime linee dalle quali vorremmo notizie da diversi professionisti, condividendo successi e casi emblematici nei quali l’architettura ha potuto, può e potrà fare la differenza.»