Si svolgono il 27 e il 28 aprile a Roma gli Stati Generali della ricerca sanitaria per mettere a sistema tante componenti virtuose presenti nel nostro Paese, che tuttavia hanno spesso direzioni non univoche. Il 33,2% delle pubblicazioni scientifiche prodotte in Italia sono in campo biomedico e circa il 60% proviene dagli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), che è necessario connettere e non lasciar lavorare in compartimenti stagni. “Occorre – ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – elaborare precise direttive e linee d’azione. E in questo senso abbiamo creato una piattaforma di tutti i ricercatori italiani, anche quelli che lavorano all’estero in modo da costruire una grande community”.
La ricerca finanziata dal Ministero della Salute rappresenta il 51% di quella biomedica di tipo competitivo sostenuta dal sistema pubblico nazionale e il 17% di tutta la spesa nazionale in ricerca e sviluppo nel settore biomedico. In Italia spesso questo ambito è poco attrattivo per gli investitori. Servirebbe quindi costruire le condizioni migliori che permettano di brevettare in modo più agevole e migliorare le retribuzioni dei ricercatori scientifici. Saranno proprio i giovani ricercatori a rappresentare un vettore importante degli Stati Generali della salute e del piano in itinere.