Si attendono per l’estate le nuove linee guida relative ai certificati bianchi, che terranno conto del parere della Commissione Industria del Senato e delle numerose osservazione ricevute a seguito della consultazione pubblica. Mauro Mallone, dirigente della Divisione efficienza energetica presso il ministero dello Sviluppo economico, ne ha illustrato alcuni punti salienti, ancora suscettibili di modifiche, in occasione della conferenza Fire dedicata proprio ai certificati bianchi. Nelle Linee – avverte Mallone – saranno indicati gli obiettivi 2017-2020 e, in particolare, la lista delle tipologie d’interventi che potranno accedere al beneficio dei certificati bianchi. Lista che verrà aggiornata annualmente. Una delle novità segnalate dal dirigente del Mise riguarda le Pmi che presenteranno un progetto di efficienza energetica al Gse, corredato da diagnosi energetica. Le Linee prevedono uno sconto rispetto alla tariffa che l’impresa dovrà versare per la valutazione del progetto.
“I certificati bianchi funzionano, incassano risultati importanti ma, come tutti gli strumenti articolati, hanno bisogno di tanto in tanto di interventi di sistemazione e aggiustamento”. Fa eco a Mallone Dario Di Santo, direttore Fire, la Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia. “In questo momento c’è una fase di trasformazione indotta dall’ultima modifica legislativa di fine 2012 e che sta producendo i suoi effetti in questa fase – spiega – Sono attese nuove linee guida che usciranno nella seconda metà dell’anno e che andranno a impattare sullo schema – poi aggiunge – In Italia i certificati bianchi funzionano e sono anzi una best practice europea. Sono stati infatti riconosciuti da più parti come gli schemi più completi perché coprono tutti i settori, tutte le tecnologie, e sono stati il primo meccanismo a raggiungere importanti risultati rispetto all’obiettivo generale di efficienza energetica del 2020. Devo ricordare – prosegue Di Santo – che i certificati bianchi sono il principale strumento di supporto per l’efficienza energetica nel nostro Paese, partiti da un obbligo che hanno i distributori di energia elettrica e gas di raggiungere obiettivi nazionali di risparmio. Si tratta – conclude il direttore di Fire – di uno schema rivolto principalmente all’industria, alle grandi realtà del terziario e solo marginalmente al settore residenziale che può usufruire delle detrazioni fiscali e del conto energia termico”.