Nel 2015, raccolte in provincia di Perugia 1.810 tonnellate di oli lubrificanti usati, su un totale di 2.390 tonnellate raccolte in tutta la Regione Umbria. Sono i dati resi noti da Paolo Tomasi, presidente del Coou, Consorzio obbligatorio degli oli usati, impegnato nella campagna educativa itinerante in tutta Italia ‘CircOLIamo’ che stamattina ha toccato Perugia e domani sarà a Terni. Presenti alla tappa nel capoluogo umbro anche l’assessore regionale, Fernanda Cecchini, e il vicesindaco di Perugia, Urbano Barelli.
L’iniziativa ha coinvolto anche gli studenti delle scuole ai quali è stata spiegata l’importanza del recupero degli oli usati, ovvero del prodotto che resta alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti che sono altamente inquinanti se non correttamente trattati. “Il Comune di Perugia ha molto a cuore le questioni ambientali direttamente collegate ai rifiuti. Chi non sa gestire i rifiuti non sa amministrare la città”, ha sottolineato il vicesindaco Barelli spiegando che a Perugia ci sono cinque isole ecologiche in cui si possono portare anche gli oli usati e che proprio tra un paio di giorni verrà inaugurata una ‘casetta’ degli oli esausti in un centro commerciale della città.
“Il problema fondamentale – ha detto Tomasi – è quello dello sversamento: dobbiamo sensibilizzare, a partire dai più giovani, affinché questo non avvenga. E il problema è soprattutto relativo al fai-da-te, perché le aziende che lo fanno per lavoro sono collegate a noi”. Nel 2015 il Consorzio, che coordina l’attività di 73 aziende private di raccolta e di 4 impianti di rigenerazione, ha raccolto 167mila tonnellate di olio lubrificante usato. “I risultati – ha continuato Tomasi – sono soddisfacenti ma il nostro obiettivo resta quello di raccoglierne il 100%. La piccola parte che sfugge ancora alla raccolta si concentra soprattutto nel ‘fai da te’ e per intercettarla abbiamo bisogno del supporto delle amministrazioni per una diffusione delle isole ecologiche sempre maggiore”.
Il pericolo dei residui del ‘fai-da-te’ sta nel fatto che anche soltanto poco olio può creare danni enormi. Basti pensare che 4 chili di materiale, ovvero il cambio di un’auto, possono inquinare una superficie grande come un campo da calcio. Se recuperato correttamente, invece, può dar vita a nuove basi lubrificanti. In 32 anni di attività, il Consorzio ha raccolto 6 miliardi di chili di olio (che potrebbero inquinare una superficie grande quanto due volte il mar Mediterraneo se sversato) e il 90% è stato classificato come utile per farne di nuovo.