E’ in corso a Perugia l’incontro di progetto con tutti i partner di Noi Chums (acronimo di Changing Habits for Urban Mobility Solutions), cofinanziato con fondi europei all’interno del programma IEE. Presenti i rappresentanti delle città di Edinburgo (Scozia), Toulouse (Francia), Leuven (Belgio) e Craiova (Romania) sotto il coordinamento di Paul Curtis, manager dell’agenzia internazionale Vectos. Per il Comune di Perugia partecipano all’incontro l’Ing. Leonardo Naldini e l’Arch. Stefania Papa.
Partito nel Capoluogo umbro ormai da tempo, il progetto Chums mira ad aumentare l’attuale coefficiente di uso condiviso delle auto, suggerendo soluzioni alternative per gli spostamenti casa-lavoro. A Perugia il progetto pilota è stato sviluppato in collaborazione tra Comune e Università ed è rivolto ai dipendenti dell’Ente e dell’Ateneo. In questo contesto l’Amministrazione Comunale ha inteso sviluppare alcune azioni, che hanno preso avvio il 2 settembre 2015 con la pubblicazione della piattaforma on-line, ossia un “matching-software” che permette di far incontrare la domanda e l’offerta di carpooling.
Questo sistema di mobilità alternativa è stato illustrato nel corso di alcune giornate dedicate al “Carpool week”, volte a promuovere la diffusione del carpooling. Da settembre 2015, inoltre, è stata avviata una lotteria che ha messo in palio premi riservati ai dipendenti che hanno inteso sperimentare il carpooling. Il progetto si concluderà il 31 agosto 2016.
L’assessore Cristiana Casaioli ha aperto i lavori del gruppo portando i saluti di Sindaco e giunta. “Come Amministrazione è importante partecipare a questo progetto perché abbiamo la necessità di risolvere il problema del trasporto a Perugia. Oggi emerge che, nella nostra città, il 66% dei cittadini predilige ancora l’uso dell’auto, mentre solo il 12% usufruisce del trasporto pubblico e il 22% di altri sistemi (es. biciclette, motocicli, ecc.)”.
Degli spostamenti con l’auto, il 55% sono da attribuire a persone singole, l’11% ad automobilisti con passeggero. La capacità di “riempimento” del mezzo si attesta sull’1,17. Occorre capire, dunque, – ha proseguito l’assessore – come si possano sviluppare sistemi di mobilità alternativa in grado di porsi in competizione con il mezzo privato. Con il progetto Noi Chums puntiamo, quindi, a incentivare l’utilizzo del car-pooling, invitando i cittadini a prediligere questo virtuoso sistema di mobilità alternativa”.
L’assessore, oltre ad aver confermato la creazione della citata piattaforma on-line, ha riferito che a fine gennaio è stato inviato ai dipendenti del Comune e dell’Università un questionario utile a raccogliere preziose informazioni di base per capire quali siano le loro abitudini di spostamento. L’ampio numero di questionari compilati è la conferma che è stata intrapresa la strada giusta. Nel corso del mese di aprile, in ogni caso, il questionario verrà riproposto onde valutare eventuali cambiamenti necessari.
“Ritengo che questo progetto sia estremamente interessante in quanto ci dà la possibilità di incentivare l’utilizzo di forme alternative al trasporto pubblico supportandolo anche in quegli spostamenti urbani che non trovano adeguata risposta nel trasporto pubblico convenzionale e ci permette di raggiungere l’importante obiettivo di diminuire il numero di macchine in circolazione, riempiendole. Intendiamo diminuire gli agenti inquinanti e rendere una città più vivibile, con meno macchine e con un risparmio nei costi di trasporto delle famiglie, che in questo momento di crisi economica non guasta”.
Il coordinatore del progetto, Paul Curtis, durante l’incontro, ha voluto fornire un quadro generale della situazione. Ha ricordato che in Noi Chums sono coinvolte cinque città europee che stanno mettendo in campo misure similari per promuovere il car-pooling e combattere, dunque, la congestione stradale. In alcune città-partner questa iniziativa è stata favorita dalla presenza dei cosiddetti “business-park”, ossia quartieri direzionali che, se da un lato sono forti attrattori del traffico veicolare, dall’altro rappresentano aree-test ideali per il car-pooling.
L’obiettivo iniziale del progetto è stato di ingenerare “massa critica”, affinché il car-pooling potesse avere dei proseliti. Ovviamente le azioni concrete possono raggiungere risultati apprezzabili, solamente ove i percorsi dei soggetti interessati siano similari per provenienza e arrivo. In quest’ottica – secondo Curtis – Perugia rappresenta la città ideale, perché i due Enti coinvolti, Comune e Università, sono ubicati in aree molto vicine tra loro.
Come in tutti i progetti è stato necessario affrontare due diversi temi: in avvio la valutazione dell’iniziativa, onde capire quali risparmi l’investimento avrebbe prodotto; nella seconda fase, preparando tutta la documentazione necessaria al fine di attrarre alcune città-campione. “Sono contento, in questo panorama – di aver lavorato con una città come Perugia che è nota a livello internazionale come città innovativa nell’ambito della mobilità alternativa e sostenibile. Da settembre 2015 – ha continuato Curtis – si è giunti alle fasi operative. Con la prima, gli utenti hanno preso coscienza del progetto; con la seconda, ancora in essere, si punta a consolidare l’esperienza e a migliorarla, estendendo l’utilizzo del car-pooling in città.
Curtis ha concluso evidenziando che i dati definitivi della sperimentazione saranno disponibili tra un paio di mesi; tuttavia sono stati già riscontrati segnali incoraggianti. A Tolosa ed Edimburgo, ad esempio, ove il car-pooling era operativo come sistema da diverso tempo, si è registrato un forte aumento degli utenti e dei chilometri percorsi.