La quarta sezione del Consiglio di Stato, con la sentenza 278/2023, si è pronunciata sul criterio di calcolo della compensazione dovuta all’appaltatore in caso di aumento dei prezzi
La compensazione dovuta all’appaltatore in caso di aumento dei prezzi, secondo i giudici di Palazzo Spada, deve essere calcolata non in base ad una astratta comparazione dei prezzi ma in base agli effettivi maggiori costi sopportati dall’appaltatore, atteso che la norma è intesa non a riconoscere una sorta di finanziamento a fondo perduto, come sarebbe se la compensazione venisse riconosciuta a prescindere da un pregiudizio concreto subito dall’appaltatore, ma a ristorare quest’ultimo da perdite effettivamente subite. Pertanto, non spetta al responsabile di procedimento rimediare ad eventuali carenze della domanda e attivarsi per richiedere all’impresa la documentazione necessaria, atteso che è solo l’impresa interessata ad ottenere la compensazione a poter sapere quale sia la documentazione idonea a sostenere la relativa richiesta