Opera naturale è ch’uom favella; ma così o così, natura lascia poi fare a voi secondo che v’abbella, così Dante esprimeva nel 26° canto del Paradiso il rapporto tra linguaggio e lingua riconoscendo al primo l’origine naturale e alla seconda di essere il frutto delle varie culture sviluppatesi nel consesso umano.
Una strada lunga più di 1 milione di anni quella che ha portato l’umanità a sviluppare lingue condivise all’interno delle varie comunità per esprimere desideri e obiettivi che travalicavano l’utilitarismo di quel linguaggio basilare che ogni specie vivente sviluppa per assicurarsi la sopravvivenza.
Proprio per celebrare l’importanza delle lingue dal 2001 su iniziativa del Consiglio d’Europa di Strasburgo il 26 settembre di ogni anno si celebra la Giornata europea delle Lingue. Lo scopo dell’iniziativa è quello di incoraggiare i 700 milioni di europei di ogni età che vivono nei 46 Stati membri del Consiglio d’Europa, a imparare le lingue per ottenere una migliore comprensione interculturale e valorizzare il ricco patrimonio culturale del nostro continente.
L’Unione europea nel corso del suo processo di trasformazione ha portato ad un allargamento delle lingue ufficiali utilizzate per il suo funzionamento dalle 4, in rappresentanza dei 6 Paesi firmatari del trattato di Roma nel 1957 alle 24 riconosciute.
Fino al 2004 la famiglia linguistica maggiormente rappresentata era costituita dall’indoeuropeo con i gruppi romanzo, germanico e celtico, oltre al tipo ellenico con l’unica eccezione del finnico appartenente al gruppo ugrofinnico.
Con l’adesione dei 12 nuovi paesi, tra il 1 maggio 2004 e il 1 gennaio 2007, l’UE ha visto consolidarsi il primato indoeuropeo a seguito dell’introduzione di una ulteriore lingua neolatina, il romeno, e di nuove lingue slave (ceco, slovacco, polacco, sloveno e bulgaro) e grazie all’ammissione di paesi di espressione baltica (rappresentati dalla Lituania e Lettonia), con un potenziamento del ruolo del greco dovuto all’adesione della comunità ellenofona di Cipro. Inoltre, la nuova Europa garantisce anche crescenti spazi alle lingue ugrofinniche (con l’ungherese e l’estone che vanno ad aggiungersi al finnico) ed apre per la prima volta le porte dell’Unione ad una lingua di ceppo semitico, il maltese.
Ulteriore obiettivo dell’Unione europea è di tutelare il patrimonio culturale delle lingue regionali e minoritarie, per cui ha creato una rete di raccolta, analisi e studio della documentazione relativa chiamata Mercator, le cui sedi si trovano in Catalogna, Frisia e Galles.
Tra le numerose iniziative dedicate alla Giornata si segnala lo spettacolo teatrale in 3 lingue “A dance named remorse” realizzato dal Centro Linguistico dell’Università LUMSA di Roma in collaborazione con la Commissione europea che propone una riflessione sul senso di colpa, guidata dai personaggi delle opere di William Shakspeare. Anche il mondo della scuola attraverso l’Anils, (Associazione Nazionale Insegnanti Lingue Straniere) organizza una serie di incontri gratuiti sulla didattica delle lingue a cui ci si può registrare dal sito dedicato. #EDL #GiornataEuropeadelleLingue #coeEDL