Migliorare la qualità dell’acqua, la realizzazione di 25.000 chilometri di nuove reti per la distribuzione, completare le reti di fognatura. Sono solo alcune delle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che, con un investimento di oltre 4,3 miliardi di euro, contiene quattro misure di grande portata: 2 miliardi di euro per nuove infrastrutture idriche primarie (per esempio nuovi invasi) su tutto il territorio nazionale (l’istruttoria è in corso con l’intesa già acquisita da parte della Conferenza unificata); 900 milioni di euro per la riparazione, la digitalizzazione e il monitoraggio integrato delle reti idriche in modo da diminuire sostanzialmente le perdite di acqua (i primi bandi sono già partiti); oltre 800 milioni di euro per il potenziamento e l’ammodernamento del sistema irriguo nel settore agricolo (bandi in uscita entro fine anno); 600 milioni di euro in investimenti per la depurazione delle acque reflue da riutilizzarsi in agricoltura e manifattura (accordi in corso con le Regioni).
Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico.
Migliorare la qualità dell’acqua e garantire la continuità dell’approvvigionamento nelle aree urbane e nelle grandi aree irrigue. Serviranno due miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per finanziare 25 progetti per il potenziamento, il completamento e la manutenzione straordinaria delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura idrica primaria in tutto il Paese.
Le sempre più frequenti crisi idriche dovute ai cambiamenti climatici comportano infatti la necessità di rendere più efficienti e resilienti le infrastrutture primarie per la fornitura di acqua destinata a usi civili, agricoli, industriali e ambientali, in modo da garantire la sicurezza dell’approvvigionamento in tutti i settori e superare la “politica di emergenza”.
L’investimento mira a garantire, oltre alla sicurezza dell’approvvigionamento idrico, l’adeguamento e il mantenimento della sicurezza delle opere strutturali e una loro maggiore resilienza, anche in un’ottica di adattamento ai cambiamenti climatici in atto.
Gli obiettivi raggiunti
La semplificazione normativa e il rafforzamento della governance per gli investimentinelle infrastrutture di approvvigionamento idrico è una delle quattro riforme, con scadenza nel 2022, che sono state approvate in anticipo nel 2021 da parte del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili.
Questi interventi aumenteranno la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture idriche, garantendo un approvvigionamento costante dell’acqua per le principali città e aree irrigue. In più ci sarà il completamento degli impianti non ultimati, in particolare nel Mezzogiorno con una riduzione del divario tra Nord e Sud e la creazione di posti lavoro per le aziende del settore che si occuperanno degli interventi.
I prossimi traguardi
Entro settembre 2023 deve essere notificata l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per un totale di 2 miliardi di euro per investimenti in infrastrutture idriche primarie e per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico. Entro marzo 2026 devono essere portati a termine interventi su 25 sistemi idrici complessi con il miglioramento della qualità dell’acqua, l’aumento degli standard di sicurezza, l’ottimizzazione dell’approvvigionamento idrico e la riduzione delle perdite.
Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti
L’obiettivo è la realizzazione di almeno 25.000 km di nuove reti per la distribuzione dell’acqua potabile e ridurre le perdite idriche, soprattutto nel Mezzogiorno, introducendo sistemi di controllo avanzati e digitalizzati che permettano una gestione ottimale delle risorse, riducendo gli sprechi e limitando le inefficienze. Il costo totale dell’investimento è di 900 milioni di euro.
Il 35 per cento delle condutture ha un’età compresa tra 31 e 50 anni, un quadro che determina un elevato livello di dispersione dell’acqua: nella distribuzione per usi civili, la perdita media è del 40 per cento, con punte superiori al 50 nel Sud del Paese. Il progetto punta all’upgrading di 25 reti per l’acqua potabile, digitalizzandole e trasformandole in un “network intelligente” che favorisca la gestione ottimale delle risorse idriche, riducendo perdite e sprechi. I sistemi di controllo avanzati consentiranno il monitoraggio di portate, pressioni di esercizio e parametri di qualità dell’acqua non solo dei nodi principali, ma anche dei punti sensibili della rete.
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) effettuerà la ricognizione degli interventi finanziabili nell’ambito del PNRR utilizzando la Banca Dati Nazionale degli investimenti per l’Irrigazione e l’Ambiente (DANIA).
I prossimi traguardi
Entro settembre 2023 devono essere definiti gli appalti per tutti gli interventi finanziati per l’ammodernamento e l’efficienza delle reti di distribuzione idrica.
Investimenti nella resilienza dell’agro-sistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche
L’obiettivo è rendere più costante la disponibilità di acqua per l’irrigazione, aumentando la resilienza dell’agroecosistema ai cambiamenti climatici e alle ondate di siccità. Attraverso la conversione di un terzo degli attuali sistemi di irrigazione verso altri sistemi di maggiore efficienza che utilizzano tecnologie innovative, si prevede non solo di migliorare la gestione delle risorse idriche e ridurre le perdite, ma anche di contrastare il prelievo illegale delle acque nelle aree rurali. Il costo totale dell’investimento è di 880 milioni di euro. Le continue crisi idriche, dovute sia al cambiamento climatico sia alla scarsità e alla diversa distribuzione delle risorse, hanno impatti gravemente negativi sulla produzione agricola, in particolare nelle aree dove l’irrigazione costante è una pratica necessaria ed essenziale. L’intervento propone quindi investimenti infrastrutturali sulle reti e sui sistemi irrigui per consentire una disponibilità maggiore e più costante di acqua per le coltivazioni, aumentando la resilienza dell’agroecosistema agli eventi di siccità e alle situazioni di emergenza. Verranno inoltre finanziati l’installazione di contatori e di sistemi di controllo a distanza, sia sulle reti collettive sia per gli usi privati, per la misurazione e il monitoraggio dei consumi. Verranno considerate anche soluzioni rinnovabili galleggianti per bacini. Obiettivo è dotare circa un terzo delle aree agricole di sistemi di irrigazione più efficienti (attualmente siamo all’8 per cento).
I prossimi traguardi
Entro dicembre 2023 deve essere notificata l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per un totale di 880 milioni di euro.
Investimenti in fognatura e depurazione
Completare le reti di fognatura non ancora ultimate e realizzare nuovi impianti di depurazione, in particolare al Sud, così da evitare nuove procedure di infrazione a carico dell’Italia. Grazie a un investimento di 600 milioni di euro gli impianti seguiranno, dove possibile, il modello “fabbriche verdi, così da consentire il recupero di energia e fanghi e riutilizzare le acque di scarico depurate per scopi industriali o irrigui. Gli investimenti previsti nel PNRR mirano, anche attraverso l’innovazione tecnologica, a potenziare/realizzare efficaci sistemi di depurazione.
I prossimi traguardi
Entro settembre 2023 va notificata l’aggiudicazione degli appalti da 600 milioni di euro per gli interventi sulle fognature.
Fonte: Italia Domani