La quasi totalità della popolazione italiana possiede un cellulare (97,3%), che per 51 milioni di persone è anche connesso a Internet e per oltre 43 milioni rivela attività sui social. Secondo i dati del report ‘Digital 2022’ di We Are Social e HootSuite, sempre più italiani trascorrono il loro tempo online e si tengono in contatto sulle piattaforme social. Ma basta una connessione per essere in relazione? È l’uso di uno smartphone che ci definisce cittadini digitali e parte attiva di una comunità? Con ‘Social Hosting Hub’, progetto tra i vincitori della Google.org Impact Challenge sulla sicurezza, Fondazione Mondo Digitale, ActionAid, Comunità di Sant’Egidio e Parole O Stili, hanno accettato la sfida di costruire un nuovo modo di stare in rete e hanno creato il primo ecosistema educativo ‘firtuale’ (fisico e virtuale) fatto di connessioni, relazioni e comunità.
Uno spazio sicuro per tutti, con strumenti concreti, calibrati per età, per informarsi, scegliere corretti stili comunicativi e comportamentali, apprendere in modo trasformativo, sviluppare nuovi paradigmi di convivenza su valori comuni. Le attività informative e formative, diffuse da 50 hub territoriali, vere e proprie ’emittenti di servizio’ per le comunità territoriali, hanno coinvolto oltre 22mila minori dai 6 ai 17 anni e 10mila adulti tra studenti, insegnanti, genitori, persone in condizioni di fragilità e cittadini. Lunedì prossimo, 4 luglio, presso il social hub animato dalla Comunità di Sant’Egidio, in piazza di Santa Maria in Trastevere a Roma, i destinatari del progetto raccontano in prima persona la loro esperienza in rete, sperimentando l’uso di strumenti digitali di comunità, realizzati per aiutare le diverse generazioni a stare sicure online e offline: dall’app per gestire le emozioni, pensata per i più piccoli, al dispositivo di intelligenza artificiale che aiuta ad acquisire consapevolezza nella scelta delle parole non ostili fino alle stanze digitali per imparare a dialogare e argomentare.