In streaming dall’Aula Magna, ieri sono stati presentati i risultati dell’Indagine “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri”, svolta nel 2021 con il supporto del Ministero dell’Istruzione. I lavori sono stati aperti dal Presidente Istat, Gian Carlo Blangiardo seguiti dai saluti istituzionali di Clelia Caiazza, Dirigente della Direzione Generale per lo studente del Ministero dell’Istruzione.
La prima sessione dell’incontro è stata dedicata ai risultati dell’Indagine, la seconda all’analisi delle nuove generazioni. La vita quotidiana dei giovanissimi è cambiata a seguito delle misure adottate per la pandemia e per cogliere la portata di questi cambiamenti l’Istat ha intervistato un ampio campione di alunni delle scuole secondarie di 1° e 2° grado nell’a.s. 2020/21 che ha sperimentato periodi di Didattica A Distanza; i risultati evidenziano che il 67,7% preferisce le lezioni in presenza, mentre il distanziamento ha causato un crollo nella frequentazione degli amici (- 50,5% degli alunni) e un aumento del ricorso a chat e social media per comunicare (+ 69,5% dei ragazzi). Una quota significativa di alunni segnala anche un peggioramento della situazione economica della famiglia (29,4%) con i ragazzi stranieri che hanno sperimentato maggiori difficoltà di accesso alla DAD e un peggioramento delle condizioni economiche familiari.
Se è vero che i ragazzi erano già “molto connessi”, non tutti disponevano di strumenti adeguati, sia dal punto di vista dell’hardware che della connessione di rete per seguire con continuità ore di DAD. L’80% dei ragazzi ha seguito sin da subito e con continuità nel periodo tra marzo e giugno del 2020, tra gli stranieri la percentuale di chi ha potuto essere costante nelle lezioni online scende al 71,4%, non si evidenziano differenze tra gli alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Durante l’emergenza le scuole, insieme a strutture pubbliche hanno cercato di sostenere i più svantaggiati mettendo a disposizione pc e tablet, ma dai primi risultati dell’indagine emerge che non è stato possibile appianare del tutto i divari. In particolare, nell’a.s. 2020/2021 i ragazzi stranieri hanno utilizzato in misura minore rispetto ai loro coetanei italiani il PC per seguire la DAD: la quota è del 72,1% contro l’85,3% degli italiani, di conseguenza gli alunni stranieri hanno fatto ricorso al cellulare per seguire le lezioni (64,3% contro 53,7%). Considerando coloro che hanno utilizzato un solo strumento, l’uso esclusivo dello smartphone ha riguardato il 16,8% dei ragazzi stranieri contro il 6,8% degli italiani; per i cinesi e marocchini l’utilizzo esclusivo del cellulare è più elevato rispetto alla media degli stranieri, circa il 23%.
Le differenze nell’utilizzo esclusivo del cellulare tra ragazzi italiani e stranieri evidenziano come gli alunni delle collettività con le maggiori difficoltà scolastiche (comprensione della lingua) hanno avuto a disposizione mezzi meno adeguati per seguire la DAD, attività che ha implicato non solo seguire le lezioni, ma anche fare i compiti e svolgere test online; l’utilizzo esclusivo dello smartphone è connesso a una quota di ragazzi che classificano la propria famiglia povera. Svantaggiati rispetto agli strumenti per la DAD anche gli studenti del Mezzogiorno rispetto a quelli del Centro-nord; nel Sud e nelle Isole la quota di coloro che si sono collegati utilizzando tra gli strumenti anche il PC è dell’80,1% contro l’84,8% del Centro, l’85,8% del Nord-ovest e l’89,9% del Nord-est.
Più svantaggiati gli stranieri che frequentano le scuole nel Mezzogiorno: nel 61,5% dei casi hanno potuto utilizzare anche il PC, una quota molto più bassa rispetto a quelli che vivono nel Nord-est (78%), nel Nord-ovest (73%) e al Centro (70,5%), più della metà dei ragazzi senza una connessione Internet stabile a casa Non tutti i ragazzi dispongono di una connessione internet stabile: il 50,9% ha problemi contro il 43,3% che afferma di non averne; in questo caso non si evidenziano differenze tra ragazzi italiani e stranieri e anche le differenze territoriali risultano contenute. I ragazzi stranieri hanno dovuto gestire situazioni logistiche complesse, mentre seguivano le lezioni hanno condiviso la stanza con fratelli e sorelle: erano soli nella stanza l’87,7% degli italiani e l’81,4% degli stranieri, che nel 13,7% dei casi si trovavano con fratelli e sorelle, contro il 6,9% degli italiani.