La situazione degli asili nido nel nostro Paese sconta notevoli diversità a livello territoriale. Lo ha evidenziato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, in audizione alla Commissione in Senato sullo stato di attuazione del Pnrr, spiegando che “vi è una parte del Paese che è ben sopra il 33% previsto a livello europeo, cito il caso dell’Emilia, della Toscana, del Veneto dove siamo sostanzialmente quasi prossimi al 50% e una parte del Paese, sicuramente il sud ma anche molte aree interne del nord dove siamo lontanissimo da questo 33%”. Il Piano di Ripresa e Resilienza mette a disposizione 2,4 miliardi per i nidi, ma le domande sono state solo per 1,2 miliardi: “Ci siamo interrogati sul perché non ci sia stata una risposta soddisfacente in particolare dai Comuni del Mezzogiorno. Una prima risposta – ha detto- poteva essere che vi fosse il timore che poi non si trovassero le risorse per la gestione, però, abbiamo 900 milioni sin da ora e poi dal ’27 la gestione diventa voce a bilancio. Un’altra ipotesi poteva essere di tipo sociale: essendo in queste aree molto più alta la disoccupazione femminile, una giustificazione che attiva un circuito che io ritengo non virtuoso. Una risposta che ci è stata data è la difficoltà di molti comuni di reperire le certificazioni di vulnerabilità sismica. Una spiegazione che solo in parte può essere accettata perché riguarda tutto il Paese. Insieme con l’Anci – ha spiegato Bianchi – abbiamo deciso di posticipare la chiusura facendo un secondo bando”. “Quello che è rimasto molto chiaro è che abbiamo accelerato il sostegno che davamo. Per tutte queste situazioni non abbiamo lasciato soli i comuni. Ricordo – ha aggiunto – che abbiamo attivato una serie d’interventi di sostegno”. “Abbiamo esteso fino all’8 aprile la possibilità di avere le certificazioni sismiche”, ha aggiunto. Il tema dei nidi è certamente il più rilevante” e riguardo al bando del Pnrr, “laddove dovessero rimanere risorse, posto che le utilizzeremo fino all’ultimo centesimo, ricordo la forte richiesta dei Comuni per il finanziamento dei Poli integrati e, stiamo ragionando con l’Anci, possiamo immaginare interventi mirati nelle zone interne che hanno più difficoltà. Ma l’obiettivo è innalzare in tutto il Paese il livello di presenza degli asili nido e raggiungere la media del 33%”.