Una scenografia minima e un piccolo palco fanno da cornice alla prima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie. Un microfono per ricordare 300 vittime innocenti delle mafie. Una lettura di riflessione, preghiera e speranza. “Vogliamo ricordarli tutti quelli di cui leggeremo il nome e quelli di cui non siamo riusciti a trovare informazioni sufficienti”, scrivono alcuni studenti su un volantino.
E’ così che, per assicurare la stessa dignità alla memoria di tutte le vittime delle mafie e ricordarle indistintamente, viene inaugurata la prima edizione della manifestazione. L’idea di raccogliere i loro nomi per darne pubblica lettura – per non dimenticare – nasce dalla volontà del Presidente di Libera don Luigi Ciotti e di Saveria Antiochia, madre di Roberto, giovane poliziotto agente di scorta di Ninni Cassarà ucciso dalla mafia a Palermo il 6 agosto del 1985. Ad avvalorare l’iniziativa, il dolore di un’altra donna, Carmela, mamma di Antonio Montinaro, ucciso con Giovanni Falcone, di cui era il caposcorta. Da questo momento in poi sono state accolte le proposte dei territori e dei familiari stessi delle vittime.
E così, il 21 marzo di ogni anno, dal 1996, tutte le città del nostro Paese si riuniscono il primo giorno di primavera – in segno di speranza e rinascita – in un grande abbraccio per ricordare le vittime innocenti delle mafie. E’ forte e condivisa la necessità di costruire una memoria comune partendo dalle persone, dai loro nomi e cognomi, dalle storie delle vittime delle stragi, del terrorismo e del dovere, da chi ha combattuto le mafie a viso scoperto e non si è fatto intimidire dalle minacce e dai ricatti. Tra le vittime non ci sono solo persone che tutti ricordano come Joe Petrosino, Placido Rizzotto, Piersanti Mattarella e i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ma, soprattutto, persone comuni, vittime indirette che si sono trovate accidentalmente nella traiettoria di pallottole o sono state colpite da esplosivi diretti ad altri.
Il 1° marzo 2017, in riconoscimento del valore morale e umano del progetto avviato da Libera, con voto unanime alla Camera dei Deputati, lo Stato Italiano ha approvato la legge che istituisce il 21 marzo quale “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.
Dal 1996 a oggi la Giornata è stata celebrata a Roma, Niscemi (Caltanissetta), Reggio Calabria, Corleone (Palermo), Casarano (Lecce), Torre Annunziata (Napoli), Nuoro, Modena, Gela (Caltanissetta). E ancora Roma, Torino, Polistena (Reggio Calabria), Bari, Napoli, Milano, Potenza, Genova, Firenze, Latina, Bologna, Messina, Locri, Foggia, Padova. Ognuno di questi luoghi racconta una storia. Neanche la pandemia, che ha colpito recentemente il nostro Paese, è riuscita a fermare il dolore, il ricordo e la memoria: l’evento del 2020, che avrebbe dovuto svolgersi a Palermo, al fine di contenere i rischi legati all’emergenza sanitaria, è stato realizzato sui canali social ed ha visto il coinvolgimento e la partecipazione di ogni città in diretta web.
Sarà Napoli, quest’anno, a ospitare la XXVII edizione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, una delle città che ha maggiormente pagato un tributo di sangue innocente negli ultimi anni ma anche luogo di cultura e di accoglienza, città generatrice di speranza capace di rispondere all’emergenza criminale con iniziative sociali.
“In questi anni anche le mafie hanno modificato il loro modo di agire, rendendosi in alcuni casi più nascoste ma più invasive e pericolose per le nostre comunità e la nostra economia. Dunque, l’azione contro le mafie e la corruzione è un’azione che si deve rendere innovativa, capace di leggere la complessità del presente, guardando le radici della storia e con contemporaneamente lo sguardo rivolto al futuro libero che vogliamo costruire. La pandemia ha generato ulteriori occasioni di profitto e controllo sociale per le mafie, in un sistema di collusioni già collaudato e capace di relazioni profonde con il mondo politico ed economico.” (Libera)
“Terra mia. Coltura|Cultura” è lo slogan di questa edizione, un messaggio che intende unire due dimensioni di impegno fondamentali dalle quali ripartire. Terra mia: per prendersi cura della nostra comunità locale e reinterpretare il nostro essere cittadini globale a partire dall’attenzione al contesto nel quale viviamo, alla nostra quotidianità. Coltura|Cultura: la coltura nella terra, la cultura nelle coscienze. Una vocale differenzia le due parole, che ci restituiscono la necessità di un lavoro che prosegue in parallelo e tiene insieme l’impegno per il nutrimento della Terra con l’impegno per il nutrimento delle coscienze.
Le celebrazioni, a Napoli, avranno inizio domenica 20 marzo con il raccoglimento accanto ai familiari delle vittime e la veglia interreligiosa di preghiera. Lunedì 21 marzo si svolgerà un corteo con partenza da Piazza Garibaldi alle ore 9:00 e arrivo in Piazza Dante.
Ad esser letti non saranno più “solo” 300 nomi, come nella prima edizione, ma oltre mille.
Fonte: Agenzia per la Coesione