Nel 2020 a fronte del calo della produzione di rifiuti, nei Comuni di piccole dimensioni è aumentata di 8 volte l’intercettazione del rifiuto organico pro-capite. Lo afferma il Cic – Consorzio Italiano Compostatori – sulla base del Rapporto 2021 sui rifiuti dell’Ispra (l’Istituto superiore per la ricerca e l’ambiente che fa capo al ministero della Transizione ecologica). Nonostante il periodo difficile e le regole eccezionali imposte dall’emergenza, “gli italiani si sono dimostrati virtuosi nella raccolta differenziata che, rispetto ai rifiuti urbani prodotti, è salita nel 2020 al 63%, a fronte del 61,3% del 2019”, rileva il Cic che per quanto riguarda l’organico osserva che “se negli ultimi 10 anni la crescita media del rifiuto organico differenziato era stata del 7% all’anno, nel 2020 si è verificata una riduzione complessiva della raccolta differenziata rispetto all’anno precedente di circa 125mila tonnellate, cioè poco meno del 2% delle 7,3 milioni di tonnellate raccolte nel 2019”.
La maggior parte del calo è legata alla frazione verde (87mila tonnellate), mentre quella umida è calata di 38mila tonnellate.
“Da diversi anni la raccolta differenziata di sfalci e potature langue in Italia, complice una norma nazionale disallineata con le politiche ambientali comunitarie, corretta solo a settembre del 2020”, spiega Massimo Centemero, direttore del Cic rilevando che nella stagione primaverile durante la pandemia, “i centri di raccolta comunale hanno impedito o limitato l’accesso agli utenti, e l’attività di manutenzione del verde pubblico e privato ha segnato un rallentamento”. Per quanto riguarda la frazione umida, l’intercettazione pro-capite è invariata intorno a 88,3 kg per abitante. L’analisi del Cic mostra infine un’Italia divisa in due: nei Comuni di piccole e medie dimensioni – con popolazione inferiore a 1.000 abitanti e quelli tra i 5 e 10mila abitanti – l’intercettazione del rifiuto organico tra il 2019 e il 2020 è aumentata tra 1 e 8 kg per abitante; in valore assoluto, inoltre, la raccolta è aumentata di 62mila tonnellate nei comuni con meno di 100mila abitanti. A controbilanciare la crescita, vi è il calo di oltre 100mila tonnellate nei grandi Comuni per lo stop a pendolarismo e turismo.