I Comuni con almeno una cava autorizzata sono 1.667, il 21,1% del totale. Di questi sono 1.192 i quelli con 1 o 2 cave autorizzate sul proprio territorio, mentre 54 Comuni hanno più di 10 cave. È uno dei dati che emerge dal rapporto Cave 2021 di Legambiente, dal quale emerge anche che vengono estratti annualmente 29,2 i milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia per le costruzioni, 26,8 milioni di metri cubi di calcare e oltre 6,2 milioni di metri cubi di pietre ornamentali. Con canoni irrisori e in base a un quadro normativo inadeguato, una pianificazione incompleta e una gestione delle attività estrattive senza controlli pubblici trasparenti. Il tema è dunque di piena attualità, visto il rilancio dei cantieri previsto con il Recovery plan, in particolare di alta velocità ferroviaria, ma anche in edilizia con il superbonus di cui si sta discutendo la proroga.
Le analisi e le vicende descritte nel Rapporto dimostrano, inoltre, quante siano le vertenze nei territori, da Carrara a Guidonia, da Caserta a Treviso, come vi siano tante attività nuove o vecchie che mettono a rischio il paesaggio italiano. Il quadro aggiornato evidenzia un calo delle cave autorizzate (attive e autorizzate ma in assenza di attività estrattiva in corso) che va di pari passo con la crisi del settore edilizio: sono 4.168 contro le 4.752 del Rapporto 2017 e le 5.725 di quello 2008 (- 37%). Le 14.141 cave dismesse, rilevate incrociando i dati forniti dalle Regioni e dalle Province Autonome con quelli di Istat, invece aumentano rispetto alle 13.414 del 2017. Spiccano i dati della Lombardia, con oltre 3.000 siti chiusi, ma anche della Puglia (2.522) e della Toscana (2.400). Mentre Sicilia, Veneto, Puglia, Lombardia, Piemonte e Sardegna sono le Regioni che presentano un maggior numero di cave autorizzate, almeno 300 in ognuna al momento dell´elaborazione dei dati.
Fonte: Legambiente