“Il Pnrr ha risorse importanti che prima erano destinate alla cultura e al turismo e adesso stiamo scorporando, essendo nati due ministeri”. Lo ha detto Dario Franceschini, ministro della cultura, in audizione alle commissioni riunite Cultura di Camera e Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero e sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Franceschini ha spiegato che alcune voci vanno al turismo ma “resta una parte importante”: “al momento, tolta la parte turismo, sono circa 5,6 miliardi”. “La prima voce – ha spiegato – è un piano strategico di grandi attrattori culturali. Parliamo di alcuni grandi interventi localizzati in quasi tutte le regioni italiane – ha continuato – che intervengano su grandi contenitori, penso al Porto Vecchio di Trieste e alla Appia di Roma, sono 12-13 interventi” che “consentono di intervenire sul patrimonio culturale, sulla riqualificazione di alcune aree urbane come potenziali attrattori culturali e turistici”. Gli altri punti riguardano anche, tra l’altro, la digitalizzazione, “l’accessibilità ai luoghi della cultura”, i borghi e il “patrimonio storico rurale”.
“Il mercato dell’audiovisivo nel mondo sta crescendo enormemente”, ha aggiunto il ministro. “Da un lato abbiamo immaginato con risorse ordinarie un ampliamento di Cinecittà – ha spiegato – e dall’altro stiamo ragionando, in particolare con Cassa depositi e prestiti, di rafforzare il ruolo di Cinecittà, ampliare le aree e fare un grande investimento nel settore del cinema e dell’audiovisivo facendola diventare una delle industrie trainanti del Paese nei prossimi anni”.
“E’ fondamentale che la cultura sia mantenuta al centro dell’agenda politica ed economica del Paese”, prosegue Franceschini ricordando la frase che disse in occasione del suo primo insediamento (“Mi trovo a guidare il ministero economico più importante del Paese”). Una “frase che vale ancora – ribadisce il ministro della Cultura – e gli investimenti nel settore non sono solo un dovere costituzionale ma anche una grande risorsa per la crescita economica del Paese”. Ora la priorità, “che assorbe gran parte del tempo e delle risorse”, è quella di “fronteggiare l’emergenza”: il settore della cultura, infatti, “è uno dei più colpiti sia per la lunghezza delle chiusure che per l’impatto sulle attività”, sottolinea Franceschini.
Anche la riapertura prevista per il 27 marzo per cinema e teatri “al momento si applicherà solo alla Sardegna. La crisi si prolungherà e quindi sarà necessario continuare con una politica di sostegni per aiutare i lavoratori ad attraversare il deserto sapendo che la ripresa ci sarà – afferma il ministro della Cultura -. Sono convinto che finita la crisi, in particolare per il mondo della cultura ci sarà una sorta di rinascimento, una voglia di ripresa dei consumi culturali. Ci sarà una spinta verso la ricerca di consumi nuovi e uno spazio di crescita per la cultura”. Ma prima “dobbiamo finire di attraversare il deserto e sostenere le impese”: nel decreto Sostegni Franceschini ha chiesto di “rifinanziare le misure a sostegno dei lavoratori, in particolare quelli intermittenti e stagionali, per garantire la prosecuzione dei sussidi anche per questi mesi di chiusura o di riaperture parziali”. Per quanto riguarda le linee programmatiche del ministero, tra gli obiettivi centrali c’è “il ruolo internazionale dell’Italia nel settore della cultura: organizzeremo – annuncia Franceschini – un G20 della cultura attraverso il quale proveremo a portare ai Paesi a documento comune che dia un indirizzo importante per i prossimi anni”. Tra le priorità ci sono anche quelle di “rafforzare il ministero e completare le riforme che sono in parte conseguenti allo scorporo del turismo, rafforzare gli archivi e le biblioteche” e risolvere il “problema di personale, con 6700 carenze su 18mila, intervenendo su alcuni concorsi bloccati e ragionando su come evitare i mega concorsi”, conclude Franceschini.