“Quattro anni di intenso lavoro per un progetto cofinanziato dall’Unione Europea per oltre il 50% delle risorse investite: il Clean Sea Life ha ottenuto un grande successo anche considerando che l’Italia è tra i paesi leader a livello Europeo in termini di quantità di progetti Life finanziati e questo mi piace ricordarlo perchè è indicatore di quanto nel campo dell’Ambiente ci crediamo fino in fondo”.
Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa è intervenuto in apertura dell’evento nel corso dell’incontro online organizzato in occasione della giornata conclusiva della campagna di sensibilizzazione sui rifiuti marini Clean Sea LIFE, per la pulizia di coste e fondali italiani che in quattro anni ha coinvolto 170.000 cittadini con la rimozione di 112 tonnellate di spazzatura.
“Un progetto di grande rilievo – ha continuato Costa – perché nel campo della tutela del mare è stato il progetto Life a maggior partecipazione diffusa dei cittadini, attraversando un po’ tutte le fasce della popolazione. Vuol dire che è stato assimilato dal corpo sociale del Paese e non ha solo riguardato una nicchia di esperti. Leggo il Clean Sea LIfe in questi termini, perché ha fatto entrare l’argomento marine litter e macro plastiche in mare tra le persone comuni e questo è fondamentale per incominciare a riflettere e cambiare stile di vita”.
“Progettare, programmare per cambiare vuol dire che noi dobbiamo aiutare questo passaggio – ha spiegato Sergio Costa – ad esempio ho voluto fortemente nella legge di Stabilità mettere risorse nel vuoto a rendere: partirà in tutte le zone economiche ambientali in via sperimentale. C’è una nuova visione per cui finalmente il Governo prima e il Parlamento dopo hanno cominciato a guardare al concetto di biodiversità, tutela dei mari, tutela del territorio, tutela dell’ambiente, del clima e delle politiche energetiche, in un modo diverso e quindi mettendo al centro il cittadino senza trascurare il mondo produttivo che ha un ruolo sociale e non è solo mondo del profitto: adesso li abbiamo messi insieme”.
Inoltre sul fronte della lotta alla plastica in mare – ha continuato il ministro dell’Ambiente – un altro tassello fondamentale è la legge Salvamare che mette al centro l’azione dei pescatori, che oggi sono considerati come dei criminali se raccolgono dei rifiuti dal mare. Con la Salvamare si prende un mondo produttivo e lo si fa diventare alleato del mare, significa finalmente annullare quel gap problematico e farlo diventare una cerniera che mette i vari soggetti interessati in condizione di cooperare per risolvere problema come quello del marine litter e delle macro plastiche”.
Fonte: Ministero dell’Ambiente